“L’hacking dei dati di stato civile in Mali: un complotto politico o una vera ripresa?”

Titolo: Le autorità transitorie del Mali recuperano i dati sullo stato civile: vero hacking o assetto politico?

Introduzione :

In un recente comunicato, le autorità transitorie del Mali hanno affermato di aver recuperato i dati sullo stato civile della popolazione che, secondo loro, era “tenuta in ostaggio” dalla società francese Idemia. Tuttavia, questo annuncio suscitò presto dubbi e reazioni contraddittorie. Alcuni denunciano una vera e propria pirateria, mentre altri la vedono come una montatura politica. In questo articolo analizzeremo questa vicenda con occhio critico e cercheremo di districare la verità dalla menzogna.

La versione delle autorità transitorie maliane:

Secondo le autorità transitorie maliane, la società Idemia deteneva illegalmente i dati sullo stato civile della popolazione mariana, il che avrebbe ostacolato l’organizzazione delle elezioni presidenziali inizialmente previste per febbraio 2023. Sostengono di aver recuperato questi dati grazie ad un team di volontari esperti informatici, ponendo così fine a questa cosiddetta situazione degli ostaggi. Per loro, questa azione era legittima e necessaria per garantire l’integrità del processo elettorale e ripristinare l’ordine costituzionale.

La versione di Idemia:

La società francese Idemia respinge categoricamente le accuse di intrusione e detenzione illegale di dati di stato civile. Secondo lei, il Ministero maliano dell’Amministrazione Territoriale ha sempre avuto accesso ai server e ai dati sin dalla scadenza del contratto di servizio con l’azienda. Idemia sottolinea che i dati sono conservati in locali amministrativi sotto la responsabilità dei servizi convenzionati con il Ministero. Ritiene quindi infondate le accuse di pirateria e mette in dubbio le reali motivazioni delle autorità maliane al riguardo.

La reazione dell’avversario maliano Ismaël Sacko:

Ismaël Sacko, oppositore maliano e membro della piattaforma di opposizione “Appel du 20 February”, ha fortemente criticato le autorità transitorie maliane. Secondo lui l’azione di recupero dei dati è illegale e costituisce una violazione della legge sulla criminalità informatica. Mette in dubbio anche le motivazioni politiche dietro il caso, affermando che le autorità avevano il dovere di saldare il debito dello Stato nei confronti di Idemia, prima di cercare di recuperare i dati legalmente.

Conclusione :

La vicenda della pirateria informatica dei dati di stato civile in Mali resta ancora circondata da numerose zone grigie. Le versioni contraddittorie delle autorità maliane e di Idemia mettono in dubbio la veridicità dei fatti. Mentre le autorità giustificano la loro azione come una misura necessaria per garantire l’organizzazione delle elezioni, alcuni la vedono come un assetto politico volto a manipolare l’opinione pubblica. Solo un’indagine approfondita potrà far luce su questa vicenda e determinare la verità.. Nel frattempo, in Mali persistono le incertezze e le tensioni politiche continuano ad intensificarsi.

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