Recentemente ci sono state alcune novità interessanti nel campo dell’osservazione della Terra. Nel 2011, l’Agenzia spaziale europea (ESA) ha deciso di rimuovere ERS-2 dall’orbita e lasciarlo disintegrare al rientro nell’atmosfera terrestre. Lanciato nel 1995 come successore del suo predecessore, l’ERS-1, l’ERS-2 era un vero gioiello tecnologico a suo tempo, rivoluzionando la nostra prospettiva della Terra e la nostra comprensione del cambiamento climatico.
Dopo 13 anni in orbita e il degrado causato principalmente dall’attività solare, il satellite ha iniziato la sua discesa verso la Terra. Durante il suo rientro atmosferico, l’ERS-2 si spezzerà in più pezzi. La maggior parte dei suoi componenti brucerà durante questa fase, ma l’ESA sta monitorando attentamente il punto di impatto, previsto da qualche parte sulla costa orientale dell’Africa centrale.
I rischi associati a questo rientro sono considerati molto bassi, dato che gli eventuali detriti dispersi dall’impatto copriranno un’area relativamente ampia. Grazie alle previsioni dell’ESA, si stima che il rientro atmosferico di ERS-2 dovrebbe avvenire intorno alle 15:32 GMT.
Tuttavia, la previsione dell’ESA indicava un margine di errore di circa quattro ore e mezza a causa dell’imprevedibile attività solare, che incideva sulla densità dell’atmosfera terrestre e quindi sulla traiettoria del satellite. Nonostante la sua fine imminente, ERS-2 lascia dietro di sé una preziosa eredità scientifica, avendo fornito dati essenziali durante i suoi 16 anni di servizio attivo.
Questa storia mette in luce le sfide e le problematiche legate alla gestione dei satelliti a fine vita, evidenziando l’importanza di pianificare attentamente la loro deorbitazione per ridurre al minimo i rischi per la popolazione e l’ambiente. Ancora una volta, lo spazio ci ricorda la necessità di rimanere vigili e responsabili nelle nostre esplorazioni oltre il nostro pianeta.