Le zone economiche speciali africane (SEZ) sono diventate punti strategici per lo sviluppo del settore dell’idrogeno verde nel continente, posizionandosi come fattori chiave per progetti futuri in quest’area in crescita.
Dopo il recente annuncio da parte dell’Egitto di sette nuovi progetti del valore di 40 miliardi di dollari nel prossimo decennio, che saranno tutti situati in una SEZ, è chiaro che i paesi africani stanno cercando di trarre vantaggio da queste zone speciali per accelerare lo sviluppo dell’idrogeno verde.
I massicci investimenti necessari per la produzione di idrogeno verde rendono la collaborazione con le SEZ essenziale per molti paesi in via di sviluppo. Gli attuali costi di produzione vanno da 4,10 a 7 dollari al chilogrammo nei mercati sviluppati, ma rimangono molto più alti in Africa.
Gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi globali sull’idrogeno verde entro il 2050 sono compresi tra 450 e 900 miliardi di dollari, una somma considerevole per i mercati emergenti.
In risposta a queste sfide, molti paesi africani stanno offrendo incentivi fiscali e altri benefici strategici nelle loro zone economiche speciali per aumentare il loro potenziale di idrogeno verde e fornire ai mercati sviluppati una fonte di energia sostenibile.
L’Egitto, ad esempio, ha scelto di concentrare i suoi nuovi progetti nella Zona Economica Speciale del Canale di Suez, già punto di accesso strategico per gli investitori internazionali. Altri paesi come il Marocco e il Sud Africa stanno seguendo l’esempio sviluppando hub di idrogeno verde in specifiche SEZ.
Questi progetti nelle SEZ potrebbero avere un impatto importante sul trasporto e sull’esportazione di idrogeno verde, offrendo nuove opportunità per lo sviluppo sostenibile e la crescita economica per l’Africa.
In sintesi, l’integrazione dei progetti sull’idrogeno verde nelle SEZ apre nuove prospettive per l’energia pulita in Africa, mostrando come queste zone possano svolgere un ruolo cruciale nella transizione verso un’economia più verde e sostenibile.