Le elezioni presidenziali in Algeria previste per il 7 settembre attirano l’attenzione. Il presidente Abdelmajid Tebboune avrà più di cinque mesi per fare campagna elettorale se deciderà di candidarsi per un secondo mandato alla guida di questa nazione nordafricana ricca di petrolio.
Anche se al momento sembrano essere in corsa solo Zoubida Assoul e Tebboune, emergono speculazioni sulle ragioni di questo improvviso cambiamento della data delle elezioni. Assoul, avvocatessa nota per la sua difesa dei prigionieri politici, ha recentemente annunciato la sua candidatura, esprimendo fiducia nella possibilità di un cambiamento positivo.
Ricordiamo che Tebboune è salito al potere nel 2019 dopo un’elezione contestata, caratterizzata da una bassa affluenza alle urne e da proteste popolari. Nonostante le sue iniziali promesse di riforme e di lotta alla corruzione, il suo regno è stato caratterizzato da misure repressive contro gli attivisti e la stampa indipendente.
L’economia algerina, fortemente dipendente dalle entrate del petrolio e del gas, continua ad affrontare sfide quali l’inflazione, la disoccupazione e la carenza alimentare, aggravate dalla situazione in Ucraina.
L’Algeria, come più di 50 altri paesi nel 2024, si trova ad affrontare sfide importanti con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali. La possibilità di cambiamento e le aspettative delle persone restano al centro dei dibattiti, in un contesto in cui la democrazia e il buon governo sono essenziali per il futuro del Paese.
Insomma, le elezioni presidenziali in Algeria si prospettano un momento cruciale per il futuro politico ed economico del Paese, dove le questioni in gioco sono molte e dove la scelta della popolazione sarà decisiva.