A Tel Aviv, negli ultimi giorni, si sono verificate intense manifestazioni che hanno rivoluzionato la scena politica israeliana. I manifestanti chiedono elezioni anticipate e la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Le proteste si sono estese anche ad altre città come Gerusalemme e Haifa.
A Tel Aviv, gli scontri tra manifestanti e polizia hanno portato all’arresto di sedici persone, mentre a Gerusalemme centinaia di manifestanti hanno sfondato una barriera vicino alla residenza ufficiale di Netanyahu.
Gli oppositori del governo stanno organizzando grandi manifestazioni a Gerusalemme, fissate per domenica, con l’obiettivo di ottenere le dimissioni del governo attuale.
Durante le proteste a Tel Aviv, ha preso la parola un’ex ostaggio, il cui marito è ancora detenuto a Gaza, esortando Netanyahu a “riportarli a casa”. Si chiede inoltre al primo ministro di dare alla squadra negoziale israeliana un mandato più ampio per raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi rimasti.
La recente guerra a Gaza è stata innescata dal massacro perpetrato da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre, che ha causato la morte di oltre 1.200 persone, in gran parte civili, e più di 250 ostaggi.
Di fronte alla situazione umanitaria critica a Gaza, con oltre 32.500 palestinesi uccisi, i ministri degli Esteri di Egitto, Giordania e Francia stanno tentando di mediare un nuovo cessate il fuoco per consentire l’invio di aiuti nella Striscia e il rilascio degli ostaggi.
Mentre le tensioni a Gaza persistono, cresce la pressione per una soluzione pacifica che ponga fine alle sofferenze dei civili coinvolti nel conflitto.