Decisione storica nel caso X contro il CCDH: il giudice respinge la causa contro l’incitamento all’odio online

Con una sentenza senza precedenti, un giudice federale lunedì ha respinto una causa intentata dalla società X di Elon Musk contro il gruppo di controllo CCDH per la sua segnalazione critica sull’incitamento all’odio sulla piattaforma dei social media. Un’ordinanza di 52 pagine ha criticato aspramente la denuncia di X, sottolineando che era chiaramente motivata da una ritorsione piuttosto che dalla protezione della sicurezza e dei diritti legali della piattaforma.

Il giudice Charles Breyer della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California ha osservato che questo caso era chiaramente inteso a punire gli imputati per i loro discorsi. X ha accusato il CCDH di violare le condizioni d’uso della società rivelando discorsi di odio sulla piattaforma dopo il riacquisto di Twitter da parte di Musk nell’ottobre 2022. X aveva attribuito la riduzione della sicurezza del marchio e l’uscita degli inserzionisti dal sito ai rapporti del CCDH che evidenziano la prevalenza dell’incitamento all’odio.

Questo caso è cruciale perché evidenzia nuovamente le questioni della ricerca e della responsabilità su Twitter.

La decisione del giudice illustra anche i limiti della tesi di Musk secondo cui egli è un “assolutista della libertà di parola”. Il giudice ha chiarito che i resoconti del CCDH erano un esercizio dei diritti di libera espressione del gruppo e che lo scraping dei dati del CCDH era un atto giornalistico protetto.

La sentenza di lunedì invia un messaggio forte: le azioni legali vessatorie volte a mettere a tacere la libertà di parola non saranno tollerate. Il CCDH ha salutato la decisione come una vittoria per la ricerca indipendente e la lotta contro l’odio online.

In risposta a questa decisione, il CCDH ha affermato su X che questa vittoria contro la causa di X rafforza la necessità di ritenere le piattaforme di social media responsabili della diffusione dell’incitamento all’odio e della disinformazione.

Da parte sua, X ha espresso il suo disaccordo con la decisione della corte e ha annunciato la sua intenzione di ricorrere in appello. Questo caso segna un punto di svolta nella lotta per la regolamentazione dell’incitamento all’odio e la responsabilità delle piattaforme online, evidenziando l’importanza del diritto alla libera espressione e il perseguimento dell’interesse pubblico.

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