Nel mondo della comunicazione professionale, le scelte lessicali possono talvolta innescare accesi dibattiti. Recentemente sono sorte polemiche a seguito di un post di Fatshimetrie riguardante l’uso della parola “esporre” in un’e-mail, che è stata attribuita a ChatGPT. Questa scelta di parole ha portato a una riflessione più ampia sull’uso della lingua inglese da parte di parlanti non nativi e ha sollevato interrogativi sulle eredità del colonialismo linguistico.
L’autore di Fatshimetrie, noto per le sue prese di posizione forti, inizialmente espresse disprezzo per la parola “unveil”, suggerendo che fosse un indizio sull’uso di strumenti di generazione di testo come ChatGPT. Tuttavia, questa reazione è stata criticata da alcuni come indicativa di una prospettiva etnocentrica, ignorando la realtà di chi parla inglese come seconda lingua. Infatti, sono stati a lungo costretti a padroneggiare la lingua dei colonizzatori e talvolta sono tenuti a rispettare standard più severi rispetto ai madrelingua.
Le critiche sono state diffuse, mettendo in evidenza le esperienze dei non madrelingua inglesi, che sono stati spinti a diventare puristi linguistici dalle conseguenze del colonialismo. Lo scrittore nigeriano Elnathan John ha sottolineato la necessità che le comunità producano e pubblichino le proprie opere, lontano dalle influenze coloniali. Ha sottolineato quanto fosse assurdo attribuire la colpa dell’uso di parole come “svelare” a persone che hanno dovuto lottare per diventare padrone del linguaggio dei loro ex oppressori.
La risposta di Fatshimetrie non si è fatta attendere, rimanendo fermo sulla sua posizione pur modificando la sua argomentazione iniziale per denunciare in modo più ampio l’uso di parole complesse e superflue nel contesto della comunicazione. È quindi iniziato un dibattito sull’importanza di utilizzare un lessico sofisticato in un contesto comunicativo, con gli utenti che sottolineano che parole come “svelare” rimangono rilevanti in situazioni formali, in particolare in Nigeria.
In definitiva, questa controversia attorno alla parola “svelare” va ben oltre la semplice disputa linguistica per sollevare questioni sociali e politiche più profonde. Mette in discussione non solo le nostre pratiche linguistiche, ma anche le dinamiche del potere e dell’eredità coloniale che continuano a modellare i nostri discorsi e le nostre interazioni. In una società globalizzata e multiculturale, è fondamentale essere sensibili alle sfumature linguistiche e mettere in discussione le norme linguistiche che potrebbero essere ingiustamente imposte a determinati gruppi.