Nel cuore delle questioni ambientali nella Repubblica Democratica del Congo, le recenti discussioni riguardanti l’assegnazione delle concessioni di conservazione hanno suscitato forti reazioni da parte delle varie parti interessate. In questo contesto polarizzato, il Redd Rénové Climate Working Group (GTCRR) si è posizionato come difensore delle decisioni prese dal ministro dell’Ambiente, Ève Bazaiba, di fronte alle accuse di Greenpeace Africa.
Il comunicato stampa di Greenpeace Africa, mettendo in dubbio la legittimità dell’assegnazione delle concessioni forestali alla società americana Wildlife Work Carbon (WWC) e alle sue filiali, ha acceso un appassionato dibattito sul modo in cui questi spazi, di una superficie stimata di circa 1 milione di ettari, sono stati concessi. Tuttavia, il GTCRR ha evidenziato incongruenze nelle stime avanzate da Greenpeace Africa, mettendone in discussione l’obiettività e la base.
Secondo il GTCRR, infatti, le concessioni aggiudicate non corrispondono alle cifre presentate da Greenpeace Africa. Le tre società interessate, Era Congo, SORFA Congo e WWC Congo, detengono aree diverse, ciascuna registrata separatamente presso lo Sportello Unico. Contrariamente a quanto affermato, nessuno di questi enti possiede concessioni superiori a 300.000 ettari in un unico pezzo o più di 500.000 ettari in più pezzi.
I dati precisi rivelati dal GTCRR rivelano una realtà molto diversa da quella presentata da Greenpeace Africa. ERA Congo Sarl possiede 188.835 ettari nel territorio di Basankusu, SORFA Congo Sarl possiede 114.000 ettari nel territorio di Bikoro e 282.950 ettari nel territorio di Basoko, mentre WWC Congo Sarl ha ottenuto 299.995 ettari nel territorio di Businga. Queste cifre, lontane dalle stime sensazionalistiche, riflettono una distribuzione ragionata delle concessioni a favore delle comunità locali e indigene.
Il GTCRR denuncia anche la mancanza di proposte alternative da parte di Greenpeace Africa per sostenere queste comunità locali nel contesto della conservazione delle risorse naturali. Questo atteggiamento, secondo il GTCRR, non fa altro che offuscare le reali questioni ambientali che la Repubblica Democratica del Congo deve affrontare.
In questa lotta per la preservazione delle foreste e la protezione delle comunità locali, è fondamentale basarsi su fatti concreti e cifre precise per evitare qualsiasi manipolazione dell’opinione pubblica. Il dibattito sulle concessioni forestali nella RDC non deve lasciarsi deviare da stime fuorvianti, ma deve invece basarsi su un’analisi rigorosa e imparziale dei dati disponibili. Solo un approccio trasparente e collaborativo potrà garantire un futuro sostenibile alle foreste congolesi e alle popolazioni che da esse dipendono.