Nella regione di Beni, nella Repubblica Democratica del Congo, le ricorrenti incursioni delle Forze Democratiche Alleate (ADF) continuano a seminare il terrore tra gli abitanti. Venerdì 12 aprile 2024, almeno 12 civili sono stati uccisi violentemente durante un attacco orchestrato nei quartieri Sayo e Kasanga-Tuha del comune Mulekera. Le vittime, soprattutto contadini, sono state crudelmente assassinate, alcune nei loro campi, altre durante il tragitto, senza pietà né compassione, con armi da taglio e da fuoco, secondo i testimoni presenti.
La toccante storia di Bahati Kawaya, scampato miracolosamente alla morte grazie alla sua dichiarazione di appartenenza all’Islam, mette in luce l’orrore della situazione. Testimone dell’atroce assassinio dell’amico, picchiato violentemente e poi decapitato davanti ai suoi occhi, racconta con orrore le azioni spietate degli aggressori vestiti ora con tute militari, ora con abiti musulmani. Questa scena barbara rivela la crudeltà e l’estrema violenza che governano le azioni delle ADF in questa regione, lasciando i residenti in uno stato di costante shock e paura.
Di fronte a questa escalation di violenza, le forze armate congolesi (FARDC) e le Forze di difesa popolare ugandesi (UPDF) hanno lanciato una missione per recuperare i corpi delle vittime, recandosi nelle zone di Makene, Toda e Burutsu. Una necessità per rendere omaggio ai defunti e cercare di ripristinare una parvenza di giustizia in questo clima permanente di terrore.
La popolazione di Beni, ferita e traumatizzata da questi eventi ricorrenti, chiede con insistenza alle autorità misure concrete per garantire la propria sicurezza e porre fine all’attivismo mortale delle ADF. Ogni settimana porta con sé la sua dose di tragedie e perdite umane, trasformando la parte nordoccidentale della città in un macabro teatro dove la violenza regna sovrana.
È imperativo che vengano intraprese azioni risolute per proteggere i civili innocenti, rintracciare e neutralizzare i gruppi armati responsabili di queste atrocità e ripristinare la pace e la sicurezza in questa regione devastata dalla guerra. La comunità internazionale deve mobilitarsi insieme alle autorità locali per porre fine a questa spirale di violenza che provoca solo morte e desolazione tra le popolazioni civili.
In definitiva, la situazione a Beni è allarmante e richiede una risposta urgente e coordinata per porre fine alla violenza e all’insicurezza che affliggono la regione. I residenti hanno diritto alla pace, alla sicurezza e alla giustizia ed è dovere di tutti garantire che questi diritti fondamentali vengano loro restituiti.
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