Fatshimetrie, un media impegnato ed essenziale, presenta oggi un rapporto affascinante sulla realtà dei rifugiati sudanesi in Sud Sudan. Mentre il conflitto in Sudan si avvicina al suo primo anniversario, milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, cercando rifugio all’estero, compreso il Sud Sudan.
Nella città di Renk, nel Sud Sudan, migliaia di “rimpatriati” sudsudanesi stanno cercando di ricostruire le proprie vite. Tra questi, Veronica Williams, nata a Khartoum e avendo vissuto gran parte della sua vita in Sudan. Dopo aver sperimentato le devastazioni della guerra civile, si è trovata costretta a stabilirsi in Sud Sudan, un paese che ancora fatica a considerare suo.
La Chiesa di Cristo Re diventa un luogo di rifugio per questi “rimpatriati”, offrendo uno spazio dove i fedeli si riuniscono, cantano e pregano insieme. Monsignor Roco Taban Moussa sottolinea l’importanza di questa comunità che riunisce queste persone provenienti da diverse tribù e permette loro di ritrovare un sentimento di appartenenza al loro nuovo Paese.
Nura Ibrahim, un’altra rifugiata, trova un nuovo inizio a Renk. Dopo aver soggiornato in un centro di transito delle Nazioni Unite, decide di trasferirsi in città e avviare un’attività di carbone. La sua determinazione e fede gli danno la forza per affrontare le sfide che si trovano sulla sua strada.
Secondo le Nazioni Unite, l’80% dei rifugiati che arrivano in Sud Sudan sono “rimpatriati”, sud sudanesi alle prese con un futuro incerto, ma determinati a ricostruire la propria vita in questo Paese afflitto da violenza e instabilità.
Questo rapporto evidenzia la resilienza e la determinazione di questi rifugiati sudanesi, che si trovano ad affrontare sfide incommensurabili. Sottolinea inoltre l’importanza del sostegno e della fiducia della comunità nella ricostruzione della propria identità e futuro in un paese segnato dalla guerra e dall’incertezza.
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