La crisi in Sudan si sta intensificando, con attori stranieri che continuano a esacerbare il conflitto nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite. Il Sottosegretario Generale per gli Affari Politici e di Peacebuilding, Rosemary Anne DiCarlo, ha definito la situazione come “di proporzioni epiche”, sottolineando il ruolo di queste interferenze nel fornire armi alle fazioni in guerra.
L’ingerenza straniera, che viola le sanzioni internazionali, rappresenta un serio ostacolo per raggiungere una tregua e porre fine al conflitto. In particolare, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto sono stati citati come potenziali sostenitori fornitori di armi ai combattenti. Nonostante gli sforzi di mediazione a livello internazionale e regionale, la situazione nel paese continua a peggiorare.
Il rappresentante del Sudan presso l’ONU ha sottolineato l’importanza di trovare soluzioni interne per porre fine al conflitto, evitando interventi esterni che potrebbero compromettere il processo di pace. La crisi ha già causato migliaia di vittime, decine di migliaia di feriti e ha portato a una grave carestia imminente che minaccia la vita di milioni di persone, oltre a milioni di sfollati.
È fondamentale che la comunità internazionale agisca con determinazione per fermare le interferenze straniere e favorire una risoluzione pacifica del conflitto in Sudan. Il paese ha bisogno di un sostegno globale concertato per affrontare questa crisi umanitaria senza precedenti.