Nel cuore dell’Africa Centrale, il persistente conflitto tra la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e il Ruanda continua ad alimentare le tensioni regionali. Il recente discorso di Roxane de Bilderling, ambasciatrice belga a Kinshasa, in una conferenza stampa a Goma, ha sollevato forti preoccupazioni riguardo alla presenza delle truppe ruandesi sul suolo congolese.
Con fermezza e determinazione, l’ambasciatore ha ribadito le condanne internazionali contro questa intrusione militare e ha esortato la RDC ad adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei suoi confini. Sottolineando le precedenti richieste per il ritiro delle truppe ruandesi e la cessazione del sostegno al gruppo ribelle M23, de Bilderling ha evidenziato l’importanza di un’azione unita per preservare la sovranità del Congo.
Inoltre, l’ambasciatore ha sottolineato la possibilità per la RDC di presentare un’istanza davanti alla Corte internazionale di giustizia per il mancato rispetto dei confini internazionali, una mossa legale che potrebbe favorire il riconoscimento internazionale della situazione e portare a misure concrete per ripristinare la pace nella regione.
Parallelamente, il governo congolese ha richiesto l’intervento della Corte penale internazionale per indagare sui crimini perpetrati nella provincia del Nord Kivu dall’inizio del 2022. Questo appello, supportato dalla Ministro di Stato, Ministro della Giustizia e Guardasigilli Rose Mutombo, dimostra la determinazione delle autorità congolese nel portare alla luce le atrocità commesse dai ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda.
In conclusione, il contesto politico teso nella regione dei Grandi Laghi richiede un’azione concertata da parte degli attori internazionali per favorire la stabilità e la pace. Gli appelli alla giustizia e alla responsabilità delle parti coinvolte, come quelli formulati da Roxane de Bilderling e dal governo congolese, sottolineano l’importanza di una risposta decisa e unita alle sfide attuali.