Il Canale di Suez guarda ad un futuro marittimo sostenibile

Al centro delle preoccupazioni ambientali globali, l’Autorità del Canale di Suez, guidata dal presidente Osama Rabie, si impegna fermamente ad adottare pratiche eco-responsabili nel settore marittimo. Con l’obiettivo ambizioso di dichiarare il Canale di Suez “Canale Verde” entro il 2030, l’Autorità sta abbracciando le tecnologie di costruzione navale più avanzate e le unità marittime alimentate da energie pulite.

Durante la sua recente visita al cantiere navale Hyundai Heavy Industries in Corea del Sud, Rabie ha discusso con il direttore delle operazioni esecutive sulle modalità di collaborazione nel campo della costruzione navale e delle tecnologie ecocompatibili.

Questo incontro si inserisce nel piano di sviluppo dell’Autorità, mirato a potenziare gli arsenali e le aziende nell’ambito della formazione dei lavoratori e dell’adozione di tecnologie all’avanguardia nel settore marittimo, attraverso partenariati con importanti arsenali internazionali. Lo scambio di conoscenze e il trasferimento tecnologico sono cruciali per garantire un costante aggiornamento.

In una dichiarazione rilasciata il 24 aprile 2024, Rabie ha sottolineato l’importanza di rafforzare la cooperazione futura tra gli arsenali, le società dell’Autorità del Canale di Suez e l’arsenale Hyundai Heavy Industries.

L’impegno per la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica dimostra una profonda consapevolezza delle sfide che il settore marittimo deve affrontare. Il Canale di Suez, con la sua proattiva transizione verso pratiche più sostenibili, si inserisce in un contesto globale di promozione dello sviluppo marittimo sostenibile.

La promozione della sostenibilità e dell’innovazione nel settore marittimo è un chiaro segnale dell’impegno dell’Autorità del Canale di Suez nella lotta al cambiamento climatico e nella protezione degli oceani per le generazioni future. Mediante un approccio visionario e la collaborazione internazionale, il Canale di Suez si posiziona al centro della transizione verso un’economia marittima più verde e sostenibile.

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