“Fatshimetrie”: Le sfide della libertà di espressione in Mali
La libertà di espressione è un pilastro fondamentale di qualsiasi società democratica, poiché consente ai cittadini di esprimersi liberamente senza timore di repressione. Tuttavia, in Mali, questo diritto fondamentale è compromesso da misure repressive contro coloro che osano criticare il governo in carica. È quanto ha recentemente sperimentato l’economista Etienne Fakaba Sissoko, condannato a due anni di carcere, di cui uno con la condizionale, per aver criticato la giunta militare nel suo libro.
Il lavoro di Sissoko, pubblicato nel 2023, mette in luce le pratiche di propaganda e manipolazione del governo militare per influenzare l’opinione pubblica durante il periodo di transizione verso un ritorno al potere civile. Sottolinea l’uso di bugie e informazioni errate da parte delle autorità per modellare il discorso ufficiale, gettando così un velo sulla realtà della situazione politica in Mali.
Questa convinzione purtroppo non è un caso isolato nel tumultuoso cammino di Sissoko. Già nel 2022 era stato incarcerato per aver messo in dubbio le celebrazioni natalizie del governo e la validità dei titoli accademici del presidente deposto. Il suo avvocato, Ibrahim Marhouf Sacko, sottolinea che questa sentenza è più una repressione delle sue posizioni sull’impatto economico delle sanzioni imposte al Mali dai paesi vicini.
Il caso di Sissoko evidenzia le sfide che devono affrontare i difensori della libertà di espressione in Mali, in un contesto di persistenti tensioni politiche e di sicurezza. Dal 2012, il paese lotta contro l’instabilità politica e gli attacchi di gruppi armati, compromettendo così l’instaurazione di un sistema democratico sostenibile.
È fondamentale difendere la libertà di espressione come diritto inalienabile per tutti i cittadini, favorendo il dibattito delle idee e la pluralità delle opinioni. La repressione delle voci dissenzienti non fa altro che indebolire la democrazia e ostacolare il progresso della società. È essenziale che le autorità maliane rispettino le libertà fondamentali e garantiscano uno spazio pubblico in cui tutti possano esprimersi liberamente.
In conclusione, la condanna di Etienne Fakaba Sissoko è un allarmante promemoria delle sfide che la libertà di espressione deve affrontare in Mali. È fondamentale che la società civile e la comunità internazionale restino vigili di fronte alle minacce a questo diritto fondamentale e sostengano le voci coraggiose che osano sfidare le autorità per un Mali più democratico e inclusivo.