Nuovi vincoli amministrativi: il malcontento dei contadini da Saio a Beni

Gli agricoltori di Saio a Beni, nella provincia del Nord Kivu della Repubblica Democratica del Congo, si trovano ad affrontare nuovi vincoli amministrativi, provocando un forte malcontento all’interno della comunità agricola locale. Infatti, un nuovo modulo di identificazione, introdotto dal governatore della provincia circa un mese fa, suscita rabbia e frustrazione tra i produttori, in particolare quelli del settore del cacao.

Questo modulo di identificazione obbligatorio riguarda tutti gli agricoltori della regione, ma si concentra più specificamente su quelli del distretto di Saio, situato nel comune di Mulekera, rinomato per le sue piantagioni di cacao e piantaggine, nonché per i suoi stagni di pesce e i suoi alveari. L’obiettivo dichiarato dalle autorità è combattere il furto di cacao, una pratica comune che contribuisce all’insicurezza nella regione.

Gli agricoltori, tuttavia, temono che questo nuovo requisito amministrativo si aggiunga alle molteplici difficoltà che già devono affrontare. In effetti, il costo finanziario associato all’ottenimento di questo modulo di identificazione, così come le possibili molestie ai posti di blocco, rappresentano un onere aggiuntivo per gli agricoltori già indeboliti da anni di conflitto armato e sfollamenti forzati.

Una contadina, volendo preservare l’anonimato, esprime con amarezza le difficoltà incontrate dai contadini locali: “Viviamo nella violenza, siamo sfollati, paghiamo l’affitto, le bollette dell’acqua, e ora ci chiedono altri 19.000 franchi congolesi per una semplice identificazione card Sembra più una nuova forma di sfruttamento che una vera e propria misura di sicurezza.

Per il capo del distretto di Saio, Flavien Muhindo Nzanzu, questa formalità amministrativa mira soprattutto a distinguere i veri proprietari dei campi dai malintenzionati che cercano di appropriarsi illecitamente dei raccolti agricoli. Secondo lui, la regolamentazione del settore del cacao è necessaria per ripristinare una parvenza di ordine e legittimità in un settore spesso afflitto da pratiche illegali e fraudolente.

Allo stesso tempo, il decreto del governatore prevede restrizioni sui periodi di raccolta del cacao, al fine di controllare meglio il flusso dei prodotti agricoli e limitare il rischio di furti. Tuttavia, queste misure, pur giustificate per alcuni, sollevano legittimi interrogativi sulla loro reale efficacia e sul loro impatto sulla vita quotidiana degli agricoltori locali..

In questo contesto di tensioni e disaccordi, appare essenziale che le autorità locali prendano in considerazione le legittime preoccupazioni degli agricoltori e cerchino soluzioni concertate volte a garantire la sicurezza alimentare ed economica delle popolazioni rurali, promuovendo al contempo un clima di fiducia e di cooperazione tra i diversi paesi. attori del settore agricolo.

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