Il recente invito dell’Egitto ai gruppi civili e politici sudanesi a partecipare a una conferenza per trovare soluzioni per porre fine alla guerra nel Paese è un passo significativo verso la pace. Questo importante passo diplomatico mira a riunire le diverse forze civili e politiche sudanesi con l’obiettivo di costruire una pace globale e duratura in Sudan, attraverso un dialogo nazionale sudanese basato su una visione esclusivamente sudanese.
La conferenza prevista per la fine di giugno è l’ultima iniziativa dei paesi vicini al Sudan per cercare di porre fine a una guerra devastante, iniziata due anni fa. Nonostante gli sforzi dei blocchi regionali come l’IGAD, l’Etiopia e il Kenya per facilitare un accordo di pace, non sono stati ancora raggiunti risultati tangibili.
Sotto l’egida dell’alleanza Taqadum, presieduta dall’ex primo ministro Abdalla Hamdok, diversi gruppi civili e politici sudanesi si sono uniti per lavorare alla risoluzione del conflitto. L’alleanza ha recentemente firmato un accordo con le Forze di Supporto Rapido (RSF), una delle parti coinvolte nel conflitto, per gestire gli affari civili e politici nelle aree controllate dal gruppo. Il leader dell’Alleanza Hamdok ha anche avuto un incontro con Hamdan Daglo, il comandante delle RSF.
Questa azione è stata però criticata dall’esercito che ha accusato Taqadum di cercare di allearsi con i ribelli. Il gruppo respinge le accuse, affermando di non prendere posizione nel conflitto e insistendo che la sua missione è porre fine alla guerra.
L’iniziativa dell’Egitto di invitare i principali attori del Sudan a una conferenza per discutere di pace dimostra un sincero desiderio di trovare soluzioni durature per porre fine a un conflitto che ha devastato la regione. Si spera che questa mossa serva da punto di partenza per negoziati fruttuosi che possano portare a una pace autentica e duratura per il popolo sudanese.