Il verdetto esplosivo di Joe Biden: Donald Trump, colpevole di crimini

In un recente annuncio sensazionale, il presidente Joe Biden ha definito per la prima volta in pubblico il suo predecessore, Donald Trump, “colpevole di crimini”. Questa dichiarazione segna una svolta significativa nella retorica del presidente democratico nei confronti del suo avversario repubblicano alle prossime elezioni.

L’impennata di Biden in una raccolta fondi privata nel Connecticut lunedì sera arriva mentre alcuni democratici chiedono un attacco politico più duro al presunto candidato repubblicano, in seguito al suo verdetto di colpevolezza nel processo segreto a New York la scorsa settimana.

“Per la prima volta nella storia americana, un ex presidente, colpevole di crimini, sta ora cercando la presidenza”, ha detto Biden. “Ma ciò che è ancora più preoccupante è l’attacco senza precedenti che Donald Trump sta lanciando contro il sistema giudiziario americano”.

Sebbene altri funzionari democratici abbiano usato un linguaggio simile, l’affermazione proveniente direttamente dal presidente ha avuto un impatto più forte. Anche se i repubblicani hanno segnalato sostegno a Trump sin dalla sua condanna, non è chiaro come verrà visto il verdetto negli stati chiave dove uno swing di poche migliaia di voti potrebbe decidere le elezioni di novembre.

La dichiarazione di Biden rappresenta un’altra svolta in una campagna elettorale segnata da molteplici minacce legali che gravano su Trump. Avviene in un giorno in cui la famiglia presidenziale era impegnata in un suo straordinario caso legale, quando il figlio di Biden, Hunter, divenne il primo figlio di un presidente in carica a essere processato. Il giovane Biden si è dichiarato non colpevole delle accuse di acquisto e possesso illegali di armi mentre era sotto l’effetto di droghe. A settembre dovrà affrontare anche un processo fiscale.

La settimana scorsa, Biden ha sottolineato che Trump era stato condannato per 34 capi di imputazione e ha definito “sconsiderato”, “pericoloso” e “irresponsabile” che il suo avversario sostenesse che il verdetto fosse truccato. Le osservazioni presidenziali durante le raccolte fondi private spesso servono come banco di prova per la retorica che emergerà negli eventi pubblici. Eppure il tono più incisivo di Biden susciterà sicuramente accuse da parte della campagna di Trump secondo cui la condanna dell’ex presidente sarebbe stata il risultato di un processo di politicizzazione del sistema giudiziario.

Lunedì, in un altro significativo sviluppo legale, Trump ha ricevuto buone notizie dalla Georgia, dove è tra diversi imputati in un caso di racket volto ad attirare lo stato oscillante lontano dalle sedi elettorali di Biden nelle elezioni del 2020. La Corte d’Appello della Georgia ha fissato le argomentazioni orali per ottobre 4 nel tentativo di rimuovere dal caso il procuratore della contea di Fulton, Fani Willis..

È un’altra battuta d’arresto per i pubblici ministeri che perseguono Trump per interferenza elettorale. Il calendario delle udienze, appena un mese prima del giorno delle elezioni, rende improbabile che si tenga un processo con un preavviso così breve. Il caso della Georgia, in cui Trump si è dichiarato non colpevole, è stato ritardato dal tentativo degli imputati di squalificare Willis dopo aver assunto un pubblico ministero con cui aveva una relazione.

Altri due casi federali contro Trump, dove anche lui si è dichiarato non colpevole, sono pendenti.

Si prevede che la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronunci questo mese sull’ampia richiesta di immunità di Trump per gli atti commessi durante la sua presidenza. I giudici potrebbero emettere una sentenza definitiva, ma qualsiasi decisione che richieda un appello ai tribunali di grado inferiore potrebbe significare che il tempo a disposizione per il caso di interferenza elettorale del procuratore speciale Jack Smith finirà con soli cinque mesi prima delle elezioni. Nel frattempo, molteplici contestazioni nelle mozioni preliminari al processo hanno sospeso l’imminente processo federale in Florida per la presunta cattiva gestione di documenti riservati da parte di Trump. I democratici hanno accusato la giudice nominata da Trump, Aileen Cannon, di aver mostrato pregiudizi politici nelle sue decisioni.

Lo stallo su più fronti significa che potrebbe essere impossibile per il sistema giudiziario americano rendere conto del presunto tentativo di un ex presidente di rimanere al potere contro la volontà degli elettori prima che abbia la possibilità di vincere un altro mandato. Il ritardo stesso rappresenta una minaccia significativa per la democrazia americana perché suggerisce che un futuro presidente che agisca in modo simile a Trump potrebbe aspettarsi l’impunità.

L’elusione di Trump dalle responsabilità per la sua interferenza nelle elezioni del 2020, attraverso una combinazione di abile difesa da parte dei suoi avvocati, decisioni pasticciate dei pubblici ministeri e fortuna, aumenterebbe significativamente la posta in gioco nelle elezioni di novembre.

Se Trump perde, il suo futuro, avendo già perso un processo penale, appare estremamente cupo, con tre casi che probabilmente andranno in tribunale e comporteranno ingenti spese legali. Ma se Trump vincesse, potrebbe nominare un procuratore generale che potrebbe fermare i casi federali. Inoltre, il suo Dipartimento di Giustizia farebbe tutto il possibile per ritardare o minimizzare eventuali risultati negativi che potrebbe incontrare nel caso della Georgia, così come nel pagamento della condanna del silenzio di New York, la cui sentenza è prevista per l’11 luglio. Considerata la posta in gioco personale, è ragionevole presumere che Trump non si fermerà davanti a nulla per riconquistare il potere in un momento in cui si rifiuta di garantire che accetterà il risultato delle urne.

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