Nel mondo in evoluzione della governance pubblica nella Repubblica Democratica del Congo, una recente decisione ha scatenato vivaci dibattiti e una reazione inaspettata da parte del governo. Il decreto n. 24/09 del 17 febbraio 2024, recante norme amministrative, la cui entrata in vigore era inizialmente prevista per il 1° luglio, ha visto la sua attuazione rinviata al 1° agosto. Un annuncio che ha seminato sconcerto all’interno della pubblica amministrazione e tra gli utenti dei pubblici servizi.
Secondo le spiegazioni ufficiali del portavoce del governo, questo rinvio mira a consentire l’attuazione di misure che garantiscano una migliore circolazione delle informazioni tra tutti i dirigenti e gli agenti della pubblica amministrazione, nonché tra gli utenti. Una necessità dettata dalla volontà di riadattare alcune disposizioni, soprattutto per quanto riguarda gli orari di pausa, e di confrontarsi con le rappresentanze sindacali.
Il vice primo ministro, ministro della Funzione pubblica, della modernizzazione dell’amministrazione e dell’innovazione dei servizi pubblici, Jean-Pierre Lihau Ebua, ha sottolineato l’importanza di preservare la pace sociale e il buon funzionamento dei servizi pubblici, insistendo sulla necessità di un dialogo costruttivo con delegati sindacali. Questa decisione di rinvio evidenzia quindi le complesse questioni legate alla riorganizzazione dell’orario di lavoro all’interno della pubblica amministrazione congolese.
Inizialmente previsto da un decreto firmato dall’ex primo ministro Jean-Michel Sama Lukonde, il passaggio alla settimana lavorativa inglese ha suscitato reazioni contrastanti all’interno dell’amministrazione. Questo cambiamento di orario, che fissa una giornata lavorativa dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 17:00, con una pausa a mezzogiorno, e impone rigide regole di puntualità, ha sollevato interrogativi sulla sua applicazione e sulle sue implicazioni concrete sul campo.
Tale decreto, infatti, oltre agli aspetti meramente organizzativi, introduce anche nuove sanzioni disciplinari per gli agenti dello Stato, volte a garantire il corretto funzionamento della pubblica amministrazione. Restrizioni all’uso dei telefoni cellulari e all’accesso ai social network durante l’orario di lavoro, misure disciplinari in caso di ritardi ripetuti, assenze ingiustificate o comportamenti disturbanti all’interno dell’ufficio, rafforzano un quadro disciplinare già esistente.
Di fronte a questi sviluppi, si pone in modo acuto la questione dell’adeguamento delle pratiche professionali e della preservazione del dialogo sociale. Come possiamo conciliare le esigenze di performance e disciplina all’interno dell’amministrazione con il rispetto dei diritti dei lavoratori e la necessità di una comunicazione trasparente e aperta? Tante sfide da superare per garantire il funzionamento armonico dei servizi pubblici e garantire la fiducia dei cittadini nell’amministrazione.
In definitiva, questo rinvio dell’entrata in vigore del decreto n. 24/09 evidenzia la complessità delle questioni legate alla riforma della pubblica amministrazione nella RDC e la necessità di un approccio concertato e inclusivo per raggiungere soluzioni durature ed equilibrate. Il dibattito rimane aperto e il futuro dirà se questa riorganizzazione dell’orario di lavoro sarà vantaggiosa per l’efficienza e la modernizzazione dei servizi pubblici, nel rispetto dei diritti e delle aspirazioni degli agenti statali.