Ritorno degli sfollati nel Nord Kivu: la ricerca della stabilità di fronte all’incertezza

Nelle terre tormentate del Nord Kivu, questa domenica, 30 giugno, si è verificata una scena insolita. Mentre ci si poteva aspettare una fuga disperata degli abitanti dei comuni presi dalla M23, è emerso un quadro completamente diverso. Molti sfollati, infatti, carichi dei loro magri averi, sono partiti per tornare ai loro villaggi, lasciandosi alle spalle l’incerta sicurezza dei luoghi occupati dai ribelli.

Questo movimento di ritorno degli sfollati, sorprendente a priori, è tuttavia permeato di una logica semplice ma toccante. Joachim, giovane di Kayna, testimonia: “Non è tanto un sostegno ai ribelli quanto una stanchezza di fronte all’incertezza dell’esodo. Gli sfollati, stremati dalla vita precaria che conducono, hanno deciso di tentare il ritorno , senza alcuna reale garanzia di sicurezza.”

Da marzo, le località di Kirumba, Kayna e Kanyabayonga servono da rifugio per migliaia di sfollati, costretti a fuggire dalle violenze tra l’esercito e l’M23 a Rutshuru. Accomodati in scuole, chiese o presso famiglie ospitanti, questi rifugiati hanno dovuto abbandonare tutti i loro beni, compresi i raccolti. Di fronte alla continua avanzata dei ribelli, molti hanno deciso di ritornare in patria, fuggendo così da un’incertezza divenuta insopportabile.

Jean, residente a Kirumba, conferma questo massiccio movimento di ritorno: “Le colonne di sfollati si dirigono nuovamente verso i loro villaggi, in moto o in veicoli. È un ritorno forzato, senza altra scelta possibile per molti di loro. ” Una situazione paradossale in cui la ricerca di sicurezza spinge queste popolazioni a correre il rischio di tornare in terre devastate dalla guerra.

Di fronte alla crescente incertezza nella regione, gli sfollati non possono che constatare la preoccupante avanzata dei ribelli. Questa domenica, la M23 ha attraversato Kirumba e sembra dirigersi verso Kaseghe, 20 chilometri a nord, verso Lubero o Butembo. Una progressione che alimenta l’ansia e spinge queste popolazioni danneggiate a scelte difficili.

In questo contesto di fermento e incertezza, gli abitanti del Nord Kivu si ritrovano intrappolati in una guerra senza fine. Il ritorno degli sfollati in terre instabili evidenzia l’urgenza di una soluzione pacifica a questo conflitto devastante. Nel frattempo continuano la loro marcia questi uomini, donne e bambini, simboli di una popolazione alla disperata ricerca di stabilità e pace.

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