Il mese di settembre 2018 è stato caratterizzato da eventi violenti nell’eSwatini, precedentemente noto come Swaziland, dove a Manzini sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia. Queste manifestazioni, che miravano a promuovere la democrazia e difendere i diritti umani, sono state duramente represse dalle forze di sicurezza del Paese.
Tre anni dopo questa brutale repressione, la situazione relativa al rispetto dei diritti umani in eSwatini rimane desolante. Il rapporto Freedom in the World 2024 di Freedom House attribuisce al paese un punteggio di appena 17 su 100 in termini di libertà politiche e civili, classificandolo come un paese “non libero”. Questa valutazione evidenzia la persistente mancanza di rispetto dei diritti fondamentali nel Paese, caratterizzato da una cultura dell’impunità nei confronti degli abusi commessi dalle autorità.
Nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale alle riforme democratiche e al rispetto dei diritti umani in eSwatini, il governo persiste nella repressione di ogni forma di dissenso. I critici del regime vengono arrestati per motivi infondati, le riunioni pacifiche vengono soppresse e le richieste di riforme politiche vengono ignorate. Questa diffusa impunità contribuisce a creare un clima di paura e repressione nel paese.
L’assassinio di Thulani Maseko, avvocato per i diritti umani e attivista dell’opposizione, rimane impunito, così come la violenza perpetrata contro i manifestanti pro-democrazia nel 2018. Nonostante le continue richieste di un’indagine imparziale sull’assassinio, le autorità eSwatinian sono finora rimaste sorde orecchio.
La mobilitazione internazionale è essenziale per fare pressione sul governo eSwatini e chiedere giustizia e responsabilità. Organizzazioni come Amnesty International hanno lanciato campagne di sensibilizzazione, come #500days, per attirare l’attenzione sull’impunità nel Paese e chiedere azioni concrete. La solidarietà globale è un pilastro cruciale per sostenere le voci oppresse e sollevare richieste di giustizia.
È essenziale che gli attori regionali e internazionali continuino a fare pressione sul governo eSwatini affinché garantisca il rispetto dei diritti umani e promuova la democrazia. Lavorando insieme, la comunità globale può contribuire a realizzare un cambiamento positivo in un paese afflitto da gravi violazioni dei diritti umani.
In definitiva, solo la mobilitazione globale e una solidarietà incrollabile possono spezzare il ciclo di repressione in eSwatini e consentire al popolo swazi di vivere in un paese che rispetta le libertà fondamentali e la dignità umana.