La presenza delle truppe ruandesi nella RDC: un appello all’azione da parte della comunità internazionale

“La questione della presenza di truppe ruandesi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è stata sollevata recentemente, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dal rappresentante della RDC, Zénon Mukongo. Questo diplomatico congolese ha fortemente raccomandato il ritiro dei soldati ruandesi dalla territorio congolese prima di ogni dialogo tra i due paesi, affermando che questa presenza militare costituisce una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e dell’atto costitutivo dell’Unione Africana.

Secondo Zénon Mukongo, la presenza di 3-4.000 soldati ruandesi nei territori di Nyirangongo, Rutshuru e Masisi nel Nord Kivu rappresenta un grosso ostacolo al dialogo e compromette gravemente gli sforzi di pace nella regione. Ha inoltre messo in guardia contro il mancato rispetto degli impegni assunti dalle autorità ruandesi e la loro sfiducia nei confronti dell’ONU.

Per favorire una soluzione duratura e promuovere la pace, il rappresentante della RDC ha invitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad agire. Ha chiesto a quest’ultimo di istituire un regime di sanzioni contro il Ruanda e di sanzionare chiunque sia coinvolto nell’aggressione della RDC. Inoltre, ha richiesto il supporto logistico della MONUSCO per il SAMIRDC, al fine di rafforzare le misure di sicurezza nella regione.

Questo intervento di Zénon Mukongo rivela ancora una volta le persistenti tensioni tra la RDC e il Ruanda e sottolinea l’urgenza di una soluzione pacifica e duratura di questo conflitto. È essenziale che i due paesi si impegnino in un dialogo costruttivo e rispettoso per trovare soluzioni alle sfide alla sicurezza che minacciano la stabilità della regione.

In conclusione, la situazione nella RDC e in Ruanda richiede un’attenzione particolare da parte della comunità internazionale. È imperativo che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adotti misure concrete per promuovere il ritiro delle truppe ruandesi e incoraggiare un processo di dialogo e riconciliazione tra i due paesi. Solo sforzi concertati e una forte volontà politica possono garantire una pace duratura nella regione”.

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