Fatshimetrie è una pubblicazione che evidenzia le sfide che devono affrontare i rifugiati in Africa, evidenziando la lotta per i diritti umani e le libertà individuali. In una recente intervista radiofonica incentrata sulle esperienze dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Sud Africa, sono stati sollevati preconcetti, evidenziando le difficoltà affrontate da questa popolazione vulnerabile. A seguito di questa intervista, appare cruciale esplorare queste domande in modo più approfondito.
Per combattere questi preconcetti è essenziale comprendere a fondo le ragioni per cui gli individui cercano rifugio in un paese straniero, le procedure per la concessione dello status di rifugiato e i diritti riconosciuti a questi gruppi vulnerabili nel loro paese di origine secondo le norme internazionali legge. Questa conoscenza è essenziale per garantire che le esigenze dei richiedenti asilo e dei rifugiati siano adeguatamente prese in considerazione e che i loro diritti e la loro dignità siano protetti secondo gli standard internazionali di protezione dei rifugiati.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo status dei rifugiati del 1951, un rifugiato è una persona che “ha un fondato timore di persecuzione a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza ad un determinato gruppo sociale o della sua opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o, a causa di questo timore, non vuole rivendicare la protezione di detto Paese. Queste paure costringono le persone a fuggire dai propri paesi di origine per cercare rifugio altrove, dove sperano di trovare protezione da persecuzioni, violenze o danni, per ricostruire la propria vita con dignità.
In Africa, l’Uganda ospita il maggior numero di rifugiati e richiedenti asilo, stimato in 1,5 milioni, seguito dal Sudan con 1,1 milioni e dall’Etiopia con 880.000. Il Sud Africa, per la sua quota, ospita circa 250.000 rifugiati e richiedenti asilo, principalmente dalla Somalia, il paese democratico. Repubblica del Congo, Ruanda, Zimbabwe e Sud Sudan. A livello locale, i rifugiati e i richiedenti asilo sono protetti dalla legge sui rifugiati. Questa legge garantisce che il Sudafrica rispetti gli standard internazionali sui rifugiati, gestisca le procedure di ingresso e asilo e specifichi i diritti e i doveri dei rifugiati riconosciuti.
Quando le persone lasciano il proprio Paese d’origine per cercare rifugio in Sud Africa, inizialmente fanno domanda di asilo. Secondo il Dipartimento degli Affari Interni, i richiedenti asilo sono individui che sono fuggiti dal loro paese di origine e cercano riconoscimento e protezione come rifugiati in Sud Africa, mentre la loro richiesta per lo status di rifugiato è in attesa di trattamento. All’arrivo viene loro rilasciato un permesso di transito per richiedente asilo (permesso Sezione 23) ai sensi della legge sull’immigrazione, valido per cinque giorni. Durante questo periodo il richiedente asilo deve recarsi presso un ufficio di accoglienza per rifugiati per richiedere il riconoscimento come rifugiato in Sud Africa. Ci sono solo cinque uffici di questo tipo nel paese, situati a Gqeberha, Pretoria, Musina, Durban e Città del Capo.
I richiedenti asilo presentano la loro domanda all’ufficio di accoglienza dei rifugiati più vicino, dove compilano un modulo e poi si sottopongono a un colloquio per determinare le ragioni della loro richiesta di rifugio. Se i richiedenti asilo arrivano in famiglia, ogni membro della famiglia deve presentare una domanda.
Al richiedente asilo viene poi rilasciato un permesso (permesso articolo 22), valido fino a un anno, che legalizza il soggiorno temporaneo in attesa della decisione definitiva sulla domanda per lo status di rifugiato. Questo permesso consente ai richiedenti asilo di vivere, studiare e lavorare in Sud Africa. Li protegge inoltre dalla deportazione nei loro paesi d’origine e dall’essere trattati come immigrati clandestini. I richiedenti asilo hanno il diritto di mantenere questo permesso fino al completamento della loro domanda. Pertanto, la scadenza del permesso non comporta automaticamente la perdita della protezione.
Prima della scadenza del permesso, i richiedenti asilo devono sostenere un secondo colloquio con un funzionario per la determinazione dello status di rifugiato (RSDO). In pratica, la procedura di prima accoglienza, la raccolta dei dati biometrici e il colloquio con l’ufficiale possono svolgersi nello stesso giorno o ripartiti su più appuntamenti. Al termine di questo colloquio, l’ufficiale può decidere di concedere lo status di rifugiato, respingere la richiesta o sottoporre eventuali questioni legali al Comitato Permanente per gli Affari dei Rifugiati (SCRA).
Se la domanda viene accolta, al richiedente asilo viene rilasciato un permesso di rifugiato (permesso Sezione 24), valido fino a quattro anni. Questo permesso deve essere rinnovato prima della sua data di scadenza. In quanto rifugiato, l’individuo può vivere, studiare e lavorare in Sud Africa. Secondo la Carta dei Diritti, i rifugiati hanno gli stessi diritti di qualsiasi cittadino sudafricano, ad eccezione del diritto di voto. Tuttavia, spesso gli ostacoli possono impedire l’accesso a tali diritti.
Le domande respinte per lo status di rifugiato vengono automaticamente deferite alla SCRA o alla Refugee Appeals Authority of South Africa (RAASA) entro 10 giorni lavorativi dal tipo di rifiuto. In caso di rigetto ritenuto “infondato”, si propone ricorso all’autorità di ricorso, la cui decisione è definitiva. In caso, invece, di rigetto ritenuto “manifestamente infondato”, il ricorso viene deferito alla commissione permanente, la cui decisione è definitiva.