In questa memorabile giornata dell’11 luglio 2024, la scena mediatica del Nord Kivu è stata agitata da una conferenza stampa tenuta dalla sezione locale dell’Union Nationale de la Presse Congolaise (UNPC). Le dichiarazioni rilasciate durante l’evento hanno fugato le voci persistenti sulla presunta appartenenza di due persone al gruppo armato M23, presumibilmente sostenuto dal Ruanda.
Valéry Mukosasenge, presidente della commissione disciplinare ed etica professionale, ha parlato con chiarezza e fermezza per ristabilire la verità. Egli ha sottolineato che le persone coinvolte in questa vicenda non godono più dello status di giornalisti già da tempo. Magloire Paluku e Delion Kimbulumpu, ex professionisti dei media, avevano già lasciato il mondo del giornalismo per impegnarsi in altri campi, come la politica.
Ricordando i principi fondamentali del codice etico e di condotta professionale dei giornalisti, Valéry Mukosasenge ha sottolineato l’importanza di una cittadinanza responsabile e di preservare l’integrità della professione. Ha avvertito che nessun membro attivo può unirsi a gruppi armati senza conseguenze sul suo status professionale. La commissione disciplinare garantirà che queste regole siano rispettate e che venga contrastato ogni tentativo di infangare la reputazione dei giornalisti congolesi.
Unendo le loro voci, i professionisti dei media sono chiamati a sradicare comportamenti dannosi e a difendere la credibilità della loro professione. Il giornalismo, pilastro essenziale della democrazia, deve essere preservato e promosso per garantire un’informazione di qualità alla popolazione congolese. Vigilanza e integrità rimangono le parole chiave per un giornalismo responsabile e rispettato.
In conclusione, questa conferenza stampa ha permesso di ristabilire la verità sulle accuse infondate e di riaffermare l’impegno dei giornalisti del Nord Kivu per un’informazione trasparente e professionale. La vigilanza resta essenziale per difendere i valori etici e deontologici su cui si fonda la professione del giornalismo nella Repubblica Democratica del Congo.