Il 15 luglio 2024 a Kinshasa, la Repubblica Democratica del Congo commemora per la prima volta il genocidio congolese con l’istituzione della giornata commemorativa GENOCOST. Questa iniziativa, frutto della riunione del Consiglio dei Ministri sotto la presidenza del Capo dello Stato Félix Tshisekedi, sottolinea l’importanza di ricordare i milioni di vittime dell’insicurezza del Ruanda e dell’Uganda, nonché del saccheggio delle risorse naturali in la regione orientale del paese.
Le parole forti del Ministro dei Diritti Umani, Chantal Mwavita, ci ricordano che questa commemorazione mira a evitare che i crimini commessi cadano nell’oblio. È fondamentale non cancellare dalla storia gli orrori subiti dal popolo congolese. Il suggerimento di organizzare attività commemorative nei luoghi più segnati dalle atrocità, come Makobola, Kasika, Goma, Kibati e Kisangani, riflette il desiderio di rendere omaggio alle vittime e promuovere la riconciliazione.
Allo stesso tempo, le tensioni all’interno del partito presidenziale, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), evidenziano le frustrazioni per la condivisione delle responsabilità ai vertici dello Stato. Questo scisma interno rischia di indebolire la Sacra Unione della Nazione e richiede un intervento proattivo per riportare la pace all’interno del partito politico.
In questo contesto, il ruolo del presidente Félix Tshisekedi appare cruciale per allentare le tensioni e unire le diverse fazioni attorno a un obiettivo comune. La riorganizzazione del partito in congresso, proposta da alcuni membri, potrebbe essere una via per rafforzare l’unità e garantire una governance stabile ed efficace.
Pertanto, la commemorazione del genocidio congolese GENOCOST rappresenta un simbolo di memoria e resilienza di fronte alle avversità. Onorando le vittime e cercando soluzioni per garantire la pace e la coesione nazionale, la RDC si posiziona sulla via della riconciliazione e della giustizia, essenziali per il futuro del Paese.