Nel mondo di oggi, i dati sulla povertà non possono essere semplicemente ignorati. La misurazione dell’indice di povertà globale si basa spesso sul PIL pro capite, poiché ciò aiuta a compensare le differenze nel costo della vita e nei tassi di inflazione utilizzando la parità del potere d’acquisto (PPP), un modo per misurare e valutare il potere d’acquisto di un individuo in qualsiasi paese.
Il Global Multidimensional Poverty Index Report 2023 del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) riporta che il numero di poveri nel mondo ammonta a quasi 1,1 miliardi, di cui 534 milioni vivono nell’Africa sub-sahariana.
Nel 2024, i 10 paesi più poveri del mondo sono stati elencati da Insider Monkey utilizzando i dati del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca mondiale per il PIL pro capite del 2024 (prezzi correnti). Yemen, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Madagascar e Sudan hanno un PIL pro capite allarmante, che rivela una realtà economica straziante.
Confrontando questi paesi con i 10 più ricchi, colpisce che il potere d’acquisto medio annuo pro capite sia superiore a 110.000 dollari nei paesi ricchi, rispetto a meno di 1.500 dollari nei paesi più poveri. Questa disparità è scioccante ed evidenzia le forti disuguaglianze economiche che persistono a livello globale.
È fondamentale che queste cifre non rimangano solo dati freddi e astratti, ma che ispirino azioni concrete per combattere la povertà e l’ingiustizia. I cittadini globali devono mobilitarsi per chiedere politiche economiche più giuste, investimenti nell’istruzione e nella sanità e un maggiore sostegno ai paesi più poveri.
In definitiva, la lotta contro la povertà è una responsabilità collettiva che richiede un fermo impegno da parte di tutti gli attori della società, siano essi governi, organizzazioni internazionali, imprese o semplici cittadini. È tempo di trasformare queste statistiche allarmanti in un invito all’azione, per un mondo più giusto ed equo per tutti.