Diversi gruppi giovanili sembrano aver messo in atto strategie per screditare Bwala, lanciando una serie di azioni iniziate con una conferenza stampa.
Al centro della polemica c’è il senatore Ndume, che Bwala accusa di accusare apertamente il presidente senza accettare lui stesso le critiche. Questa situazione ha portato a serie preoccupazioni per l’imminente conferenza stampa, nonché per una manifestazione programmata nel Borno meridionale, descritta da Bwala come una “reazione violenta”.
Secondo Bwala, la missione di questi giovani sarebbe quella di mobilitare gli abitanti della sua regione per dare un certo peso a questo evento. Inoltre, ha stabilito un collegamento tra la conferenza stampa prevista e le minacce di morte che avrebbe ricevuto la settimana precedente, arrivando addirittura ad affermare che questo evento potrebbe essere una logica continuazione di tali minacce.
Non ha esitato a criticare apertamente Ndume per quello che vede come un atteggiamento politico volto ad alimentare il fuoco della protesta violenta. Queste accuse mettono in luce un problema più ampio, poiché Bwala afferma che l’obiettivo principale di questi attacchi è in realtà il presidente Tinubu.
Secondo Bwala il vero protagonista di questa campagna diffamatoria sarebbe il presidente Tinubu, che il presunto sponsor dei giovani avrebbe cercato di screditare attraverso vari media. Bwala è stato accusato di proteggere e sostenere il presidente nonostante le persistenti critiche di Ndume.
Ha concluso il suo discorso condannando con forza queste presunte azioni, evocando la speranza dell’intervento divino per smascherare i nemici dello Stato e i detrattori della democrazia.
L’intera vicenda solleva domande essenziali e rivela le tensioni politiche e strategiche che muovono i protagonisti. La risoluzione di questo conflitto sembra incerta e solleva interrogativi sull’impatto di tali manovre sul clima sociale e politico del Paese.