L’epidemia di vaiolo nella RDC e nei paesi vicini: un’emergenza globale evidenziata dall’OMS

In questo momento è fondamentale affrontare la situazione del morbo nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e nei paesi limitrofi, una vera emergenza sanitaria pubblica internazionale dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questa decisione è un segnale allarmante della portata dell’epidemia e mette in luce i sintomi preoccupanti associati a questo virus.

Il vaiolo è una malattia virale che di solito si presenta con febbre, mal di testa, dolori muscolari e ghiandole gonfie. Tuttavia, sono le eruzioni cutanee e le lesioni che si formano sulla pelle i sintomi più caratteristici e preoccupanti. Queste lesioni compaiono principalmente sul viso e sulle mani, ma possono diffondersi ad altre parti del corpo, compresi il busto e gli arti.

Le lesioni attraversano diverse fasi, iniziando come macchie piatte che si evolvono in protuberanze piene di liquido trasparente o giallastro, prima di formare infine croste. Questo processo potrebbe richiedere diverse settimane. Una persona infetta da MPOX è considerata contagiosa dall’esordio dei sintomi fino alla completa guarigione delle lesioni, alla caduta delle croste e alla rigenerazione della pelle.

La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie, contatto diretto con fluidi corporei, lesioni cutanee o materiali contaminati come indumenti o lenzuola. Ciò rende il contatto fisico ravvicinato con una persona infetta, soprattutto quando le lesioni sono aperte o trasudanti, un fattore di rischio significativo per la diffusione della malattia.

Da gennaio 2023, la RDC ha segnalato più di 22.000 casi sospetti di mux, con oltre 1.200 decessi attribuiti al virus. L’attuale epidemia è particolarmente grave a causa della diffusione del virus MPOX Clade I, noto per causare malattie più gravi e un tasso di mortalità più elevato rispetto al Clade II. Questo ceppo è endemico nella RDC, ma ora si è diffuso nei paesi vicini, tra cui Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Ruanda e Uganda.

La rapida escalation dell’epidemia e la sua diffusione transfrontaliera hanno suscitato preoccupazione tra le autorità sanitarie globali, portando l’OMS a dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica internazionale. Questa dichiarazione mira a mobilitare l’attenzione e le risorse internazionali per gestire l’epidemia, evidenziando la necessità di una risposta globale coordinata.

In risposta all’epidemia, Maria Van Kerkhove, direttrice della preparazione all’epidemia e alla pandemia dell’OMS, ha sottolineato l’importanza di comprendere come viene trasmesso il virus e identificare le popolazioni a rischio.. Ha sottolineato la necessità di utilizzare strategicamente scorte limitate di vaccini per massimizzare l’impatto e ha incoraggiato i paesi con vaccini in eccedenza a donarli alle regioni colpite.

“Comprendere le dinamiche di trasmissione e identificare le popolazioni a rischio sono passi cruciali”, ha affermato Van Kerkhove. “Questa conoscenza ci aiuterà a distribuire i vaccini nel modo più efficiente possibile”. Chiediamo inoltre ai paesi con riserve di vaccini di sostenerci con assistenza”.

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