L’urgenza di una risposta attiva per invertire il collasso del sistema sanitario sudafricano è diventata una priorità per il gruppo per i diritti umani Treatment Action Campaign (TAC), questa settimana. Nonostante un’iniziativa del governo volta a garantire migliori risultati sanitari nel Paese, la firma della seconda versione del Presidential Health Compact è avvenuta senza la partecipazione del settore imprenditoriale e di molti professionisti sanitari.
Giovedì l’industria sanitaria ha saltato la firma presso l’Union Building a causa della sua opposizione all’assicurazione sanitaria nazionale (NHI), firmata in legge dal presidente Cyril Ramaphosa all’inizio di quest’anno, considerata il punto centrale del patto.
La Business Unity South Africa (Busa) ha dichiarato di non aver firmato la nuova versione del patto perché il governo ha modificato unilateralmente l’intento e gli obiettivi originali del patto per renderlo un sostegno esplicito al Business Act ‘NHI.
Il presidente Ramaphosa ha lanciato l’Health Compact nel 2019 come sforzo collaborativo e multilaterale per riformare l’intero settore sanitario, riconoscendo che il sistema guasto non può essere riparato dal solo governo.
La prima iterazione del patto, scaduta quest’anno, prevedeva nove pilastri, ai quali se ne è aggiunto un decimo nella nuova versione firmata.
I pilastri includono lo sviluppo delle risorse umane; migliorare l’accesso a medicinali, vaccini e prodotti sanitari; ammodernamento delle infrastrutture; impegno del settore privato; qualità dell’assistenza sanitaria; migliorare la gestione finanziaria del settore pubblico; governance e leadership; coinvolgimento della comunità; sistemi informativi e preparazione alle pandemie.
Busa ha sottolineato il suo sostegno a un modello NHI collaborativo e realizzabile piuttosto che all’attuale modello a fondo unico, ritenuto sia inaccessibile che impraticabile.
Il Partito Democratico (DA), un tempo principale partito di opposizione e ora in un governo di unità nazionale, ha espresso preoccupazione per la direzione del secondo patto sanitario, facendo dell’NHI il soggetto di una forte opposizione, pietra angolare dell’accordo.
L’ufficio della presidenza ha pubblicato l’elenco dei firmatari del patto, senza la presenza di Busa e della South African Health Professionals Collaboration (SAHPC), una lobby di professionisti della sanità.
Tra i firmatari figurano Ramaphosa, il ministro della Sanità, l’Associazione delle farmacie comunitarie indipendenti, il sindacato Cosatu, il Consiglio per la ricerca medica del Sud Africa e i sistemi di conoscenza tradizionale e le professioni sanitarie affini.
La necessità di collaborazione tra le parti interessate per garantire il futuro del sistema sanitario in Sud Africa è innegabile. È fondamentale che gli interessi della popolazione siano posti al centro dei dibattiti per garantire un sistema sanitario efficiente e accessibile a tutti i cittadini del Paese.