La tragedia del massacro della chiesa di Goma: un anno dopo, il ricordo persiste

**Il ricordo della tragedia del massacro della chiesa di Goma rimane vivido ad un anno di distanza dagli eventi che sconvolsero la comunità. L’orrore di quel giorno, il 30 agosto 2023, perseguita ancora Aline, testimone impotente dell’impensabile.**

**In quel giorno maledetto, Faida ha assistito all’assassinio di più di 50 persone da parte dei soldati in una chiesa a Goma, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. La maggior parte delle vittime erano membri di un gruppo religioso mistico, la Natural Judaic and Messianic Faith in Nations o Wazalendo come sono conosciuti localmente.**

**Stavano preparando una protesta per chiedere la partenza delle ONG straniere e della forza ONU presente nel paese (MONUSCO) dalla provincia del Nord Kivu. “Gli uomini in uniforme sono arrivati, vestiti e armati in modo impressionante. Hanno aperto il fuoco, uccidendo le persone prima di bruciare la chiesa. È solo grazie a Dio se sono ancora viva oggi”, dice Aline.**

**”Molti di noi hanno sofferto, è stato solo per la grazia di Dio che alcuni sono fuggiti e sono sopravvissuti. Ma altri sono stati arrestati.” Coloro che sono stati arrestati sono ancora detenuti nella prigione centrale di Goma. Durante la prima rievocazione di questo tragico evento hanno partecipato ad una cerimonia i parenti delle vittime e i fedeli. Il dolore e la rabbia erano palpabili nel loro nuovo tempio. Venerdì 30 agosto si sono riunite un centinaio di persone.**

**”Quando una persona piange il proprio fratello che è stato ucciso codardamente dalle stesse persone che avrebbero dovuto proteggerlo, ovviamente avrà un volto cupo. Ecco perché le persone che hai visto non erano felici. È triste, il nostro le ferite sono ancora aperte”, ha detto un uomo presente alla cerimonia. Gruppi della società civile sostengono che siano state uccise un centinaio di persone, una cifra superiore al bilancio ufficiale. Al massacro seguì un processo e il principale sospettato, il colonnello Mike Mikombe, all’epoca comandante della Guardia repubblicana, fu condannato a morte.**

**Tuttavia, un anno dopo, fedeli e gruppi per i diritti continuano a chiedere quella che chiamano “vera giustizia”.**

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