Nella tumultuosa storia dell’Africa meridionale, i casi di sparizioni forzate hanno lasciato un segno indelebile nella regione. Attraverso storie toccanti e tragiche, sparizioni irrisolte e famiglie immerse nell’incertezza, l’ombra dei dispersi continua a tormentare i paesi dell’Africa meridionale.
Il caso di Itai Dzamara, un attivista dello Zimbabwe rapito in pieno giorno nel 2015 per aver osato chiedere le dimissioni del presidente Robert Mugabe, rimane un simbolo dell’impunità e del silenzio che circondano molti casi di sparizioni forzate nella regione. Il suo destino sconosciuto mette in luce la violenza di questo crimine efferato, utilizzato come strumento di repressione per mettere a tacere ogni voce dissenziente.
L’impatto delle sparizioni forzate si ripercuote ben oltre i confini dello Zimbabwe. Il Mozambico è stato teatro del rapimento del giornalista Ibraimo Abú Mbaruco nel 2020, mentre stava seguendo il conflitto nella regione di Cabo Delgado. La sua scomparsa rimane un enigma, lasciando la sua famiglia e la comunità giornalistica in trepidante attesa di risposte.
In Tanzania, il caso di Oraisi Pasilance Ngiy’o, arrestato dalla polizia durante una manifestazione per i diritti fondiari dei Masai nel 2022, evidenzia il clima di repressione e violenza che persiste nella regione. Il suo destino incerto evidenzia l’urgente necessità di combattere le sparizioni forzate e garantire giustizia a tutte le vittime e ai loro cari.
Le sparizioni forzate non sono prerogativa di un singolo Paese, ma una piaga regionale che richiede una risposta collettiva e determinata. Le autorità nazionali devono ratificare e attuare la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, un impegno fondamentale per prevenire futuri rapimenti e garantire la responsabilità dei responsabili.
Attraverso la storia tormentata della Repubblica Democratica del Congo, dove gruppi armati come i miliziani delle Forze Democratiche Alleate hanno compiuto migliaia di sequestri, o il recente episodio delle Comore dove Inssa Mohamed è stata detenuta in una località segreta. Per mesi, la necessità di l’azione concertata per porre fine alle sparizioni forzate è più urgente che mai.
Le famiglie degli scomparsi meritano verità e giustizia, ed è dovere dei governi della regione fare tutto il possibile per rispondere alle loro richieste. Ratificando la convenzione internazionale, adottando leggi nazionali adeguate e istituendo meccanismi investigativi indipendenti, i paesi dell’Africa meridionale saranno finalmente in grado di voltare la pagina oscura delle sparizioni forzate e garantire un futuro più sicuro per tutti..
Quindi, in questo doloroso 14° anniversario della Giornata internazionale delle vittime delle sparizioni forzate, immergiamoci nella ricerca della verità e della giustizia per tutti coloro che sono scomparsi senza lasciare traccia, portando il peso dell’incertezza e della sofferenza in un silenzio assordante che può non essere più tollerato.