**Fatshimetrie: un ritorno straziante per i residenti di Deir Al Balah, Gaza**
Dall’inizio delle operazioni militari israeliane a Gaza lo scorso ottobre, i residenti di alcune aree hanno ricevuto messaggi sui loro telefoni e sui social media dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) che li autorizzavano a tornare nei loro quartieri per la prima volta. Tuttavia, il ritorno dei residenti in quartieri come Deir Al Balah si è trasformato in un momento straziante, pieno di desolazione e tristezza.
Le famiglie hanno risposto a questa chiamata per scoprire scene strazianti di distruzione. Abdulfattah Al Bourdaini, commosso fino alle lacrime, testimonia del suo ritorno a casa, non trovando altro che un orsacchiotto per il figlio che sperava di avere un giorno. “Sono indigente come quando sono nato, non ho niente, sono venuto a controllare la mia casa e non ho trovato niente, nessuna casa, proprio niente, non c’è più niente per cui piangere”, confida. Suo fratello, Musa Al Bourdaini, di fronte alla distruzione che lo circonda, si interroga sul motivo di atti così devastanti, evidenziando l’assurdità della situazione in cui sono state prese di mira le case vuote.
I residenti, evacuati su ordine dell’esercito israeliano per motivi di sicurezza, si sono ritrovati sfollati più volte a partire da ottobre, aggravando così la crisi umanitaria già preesistente nella regione. Gli ordini di evacuazione hanno inoltre complicato gli sforzi umanitari in corso.
Nonostante il ritorno autorizzato dell’IDF in alcune aree, come Deir Al Balah e Khan Younis, i residenti hanno trovato quartieri devastati e vite distrutte. La recente offensiva dell’esercito israeliano ha portato all’eliminazione di oltre 250 terroristi e alla distruzione delle infrastrutture terroristiche, comprese le strade sotterranee.
Le toccanti testimonianze dei residenti testimoniano il loro dolore e sgomento per la perdita delle loro case e dei loro ricordi. Sogni e speranze ridotti al nulla, le famiglie si ritrovano senza casa, senza beni e senza un punto di riferimento. Queste storie strazianti riflettono la tragedia vissuta da queste comunità che lottano per ricostruire le proprie vite distrutte da conflitti incessanti.
Mentre le famiglie cercano di trovare una parvenza di normalità tra le rovine, le loro parole sono cariche di profonda tristezza e rabbia repressa nei confronti dei responsabili di questa distruzione. L’appello alla fine delle ostilità risuona come un grido dal cuore di chi ha perso tutto, implorando la fine di questa spirale di violenza e devastazione.
Il ritorno dei residenti devastati nei quartieri distrutti di Gaza evidenzia ancora una volta l’urgenza di trovare soluzioni pacifiche e durature per porre fine alle sofferenze dei civili intrappolati in questo conflitto.. Di fronte a tanta desolazione e angoscia, è imperativo che la comunità internazionale si impegni pienamente ad aiutare queste persone a ricostruire le loro vite e a trovare un barlume di speranza in un futuro incerto.