Sei cacciatori congolesi detenuti in Angola: situazione critica alle frontiere

Fatshimetria

In un caso che ha recentemente attirato l’attenzione della regione, sei cacciatori congolesi si trovano ora in detenzione in Angola, dieci giorni dopo il loro arresto da parte delle autorità militari del paese vicino. I fatti sono avvenuti nel villaggio di Giongo, situato nel settore Gombe-Sud, nel territorio di Mbanza-Ngungu, al confine con l’Angola.

Il rappresentante eletto di Mbanza-Ngungu, Pierre Nsumbu Mutukalavo, ha espresso la sua preoccupazione per il prolungamento della detenzione di questi cacciatori congolesi, nonostante gli sforzi del Ministro provinciale degli Interni per ottenerne la liberazione. Dei cinquantatré cacciatori di Baza e Kiongo, che si trovavano in una battuta di caccia in una foresta vicino all’Angola, quarantasette sono stati rilasciati, mentre gli altri sei sono ancora sotto la custodia delle autorità angolane, in possesso di un numero considerevole di armi da fuoco.

Le misure adottate dalle autorità provinciali, compresi i colloqui con il console angolano a Mbanza Matadi, purtroppo non hanno portato al rilascio dei cacciatori detenuti. Pierre Nsumbu ha invitato le autorità nazionali ad intervenire e ad utilizzare tutti i canali diplomatici necessari per risolvere questa delicata situazione.

È essenziale che questi cacciatori congolesi riacquistino la libertà e possano tornare dalle loro famiglie. Il deputato nazionale ha sottolineato l’importanza di mobilitare tutti i mezzi possibili per facilitare il rimpatrio di questi uomini ed evitare che la questione assuma proporzioni più complesse.

In conclusione, questo caso evidenzia le sfide che i cacciatori e le popolazioni che vivono lungo i confini internazionali possono affrontare. È fondamentale che le autorità competenti facciano tutto il possibile per garantire la sicurezza e la protezione dei cittadini, promuovendo al tempo stesso la collaborazione e la risoluzione pacifica degli incidenti transfrontalieri.

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