Sviluppo della subfornitura nella Repubblica Democratica del Congo: verso un approccio inclusivo e diversificato

Il settore della subfornitura nella Repubblica Democratica del Congo è oggetto di particolare attenzione da parte di diverse organizzazioni della società civile, in particolare il Gruppo di Esperti, Società civile/Forze vive e la Lega congolese di lotta alla corruzione (LICOCO). Queste entità chiedono all’attuale squadra dell’Autorità di regolamentazione della subappalto minerario (ARSP), guidata da Miguel Kashal Katemb, di estendere l’applicazione delle leggi sulla subappalto ad altri settori come gli idrocarburi e le telecomunicazioni. La loro posizione è stata espressa chiaramente in un comunicato stampa diffuso a Kinshasa lunedì 2 settembre.

Queste organizzazioni riconoscono certamente i progressi compiuti nel settore della subfornitura nella RDC, in particolare l’aumento del numero delle imprese subfornitrici registrate con capitale congolese, passato da 3.000 a 11.000 certificati. Restano tuttavia vigili sulle possibili manovre che alcune multinazionali potrebbero intraprendere per ostacolare lo sviluppo positivo di questo settore.

Il coordinatore del gruppo di esperti della società civile, Dieudonné Mushagalusa, sottolinea i progressi significativi compiuti dall’attuale team ARSP sotto la guida di Miguel Katemb Kashal. Sottolinea il cambiamento osservato, passando da un predominio di imprese straniere ad una facilitazione per le imprese a maggioranza di capitale congolese nell’accesso ai mercati della subfornitura. Ciò ha permesso di ridurre le perdite finanziarie per la Repubblica Democratica del Congo, stimate in oltre otto miliardi di dollari.

L’accento è posto anche sui contratti conclusi tra società congolesi ed entità come Kamoa, TFM e Huawei, che superano un importo totale di oltre 100 milioni di dollari. Questi risultati dimostrano gli sforzi compiuti e ci incoraggiano a continuare su questa strada.

Tuttavia, si sottolinea la necessità che l’ARSP non si limiti al settore minerario, ma estenda queste misure salvavita ad altri settori come gli idrocarburi, la pianificazione, la logistica, le telecomunicazioni e qualsiasi altro ambito interessato. Una diversificazione degli interventi in questi ambiti consentirebbe una trasformazione più profonda dell’economia congolese e offrirebbe nuove prospettive di sviluppo sostenibile per il Paese.

Incoraggiando così un’applicazione più ampia delle misure di subappalto, la società civile dimostra il suo impegno per un’economia congolese più inclusiva, trasparente e vantaggiosa per tutte le parti interessate.

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