Il recente voto dei deputati senegalesi sulla revisione della Costituzione ha suscitato forti reazioni all’interno della società. La proposta di sciogliere due organi consultivi, il Consiglio superiore degli enti locali e il Consiglio economico, sociale e ambientale, è stata respinta da 83 deputati, contro 80 favorevoli allo scioglimento. Questa decisione evidenzia il divario politico esistente all’interno dell’Assemblea nazionale senegalese, dove la coalizione di governo non detiene la maggioranza.
Gli enti in questione sono stati criticati per i loro costi elevati, con un budget stanziato di circa 24 milioni di dollari. Il presidente Bassirou Diomaye Faye e il suo primo ministro Ousmane Sonko avevano fatto dello scioglimento di questi organi un’importante promessa elettorale. Questo rifiuto della revisione costituzionale mette in luce le profonde differenze tra la coalizione presidenziale e l’opposizione, nonché le aspettative del popolo senegalese.
In seguito a questo voto, i deputati dell’ex presidente Macky Sall hanno annunciato l’intenzione di presentare una mozione di sfiducia contro il governo di Ousmane Sonko. La situazione politica senegalese si ritrova quindi ancora più polarizzata, con crescenti tensioni tra le diverse forze presenti.
In questo contesto, il presidente ha diverse opzioni a sua disposizione. Potrebbe decidere di sciogliere l’Assemblea nazionale, indire un referendum o cercare soluzioni di compromesso. Qualunque sia la decisione presa, è chiaro che è in gioco il futuro politico del Senegal, con una posta in gioco significativa per la stabilità e la democrazia del paese.
Questo voto del parlamento senegalese mette in luce le sfide e le tensioni che caratterizzano l’attuale situazione politica del Paese. Sarà fondamentale monitorare da vicino gli sviluppi futuri per comprendere l’impatto di questa decisione sul Paese e sulla sua futura governance.