In un’allarmante piaga sanitaria, la provincia di Edo in Nigeria è stata colpita da un’epidemia di colera, lasciando dietro di sé un bilancio preoccupante. Il dottor Stephenson Ojeifo, direttore della sanità pubblica del ministero, ha annunciato ufficialmente la situazione in una conferenza stampa in Benin. Secondo le sue dichiarazioni, tra i 40 casi sospetti registrati finora nello Stato, sono stati identificati sei casi confermati di colera.
Sono stati eseguiti una serie di test sui casi sospetti, con 23 campioni risultati positivi al test diagnostico rapido (RDT) e inviati al Laboratorio nazionale di riferimento di Abuja per ulteriore conferma. Tre ulteriori campioni, sebbene RDT negativi, hanno mostrato segni e sintomi preoccupanti. Un totale di 26 campioni sono stati sottoposti al laboratorio nazionale per i test di conferma. Dei risultati già ricevuti, sei casi sono stati confermati positivi al colera, con ulteriori risultati in sospeso.
Il dottor Ojeifo ha sottolineato che, nonostante la natura attesa dei risultati, i pazienti sono stati gestiti secondo il protocollo di gestione del colera. Tutti i pazienti sono ora guariti e sono stati dimessi a casa e finora non sono stati segnalati nuovi casi nella comunità.
I casi confermati provengono principalmente dalle aree colpite di Egor, Uhunmwonde e Ikpoba Okha. Per combattere l’epidemia sono state messe in atto misure urgenti. Sono stati individuati centri sanitari locali per garantire un trattamento rapido dei casi sospetti, mentre ospedali universitari e specializzati sono stati designati come centri di riferimento per i casi gravi.
Il dottor Ojeifo ha messo in guardia contro l’automedicazione, esortando chiunque manifesti sintomi come feci molli o diarrea a recarsi in ospedale per un trattamento adeguato.
L’epidemia di colera nella provincia di Edo solleva notevoli preoccupazioni per la salute pubblica ed evidenzia la necessità di un’azione rapida e coordinata per arginare la sua diffusione. Le autorità sanitarie e la popolazione locale devono lavorare insieme per contenere questa crisi e prevenire nuovi casi in futuro.