Fatshimetrie: Le sfide del mercato petrolifero nel 2024
L’anno 2024 si preannuncia turbolento sui mercati petroliferi e il recente calo dei prezzi del greggio Brent al di sotto dei 70 dollari al barile per la prima volta da dicembre 2021 solleva interrogativi sulle sue implicazioni per la crescita economica a livello mondiale.
Questo significativo calo dei prezzi del petrolio probabilmente eserciterà ulteriore pressione sulla naira, che recentemente è scesa a 1.600 Naira per dollaro.
Nel frattempo, i mercati azionari globali stanno mostrando risultati contrastanti, con gli investitori che osservano attentamente le decisioni sui tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa.
Secondo l’analista petrolifero Tamas Varga di PVM Oil Associates, se la revisione al ribasso delle stime della domanda da parte dell’OPEC costituisce uno dei fattori che hanno contribuito a questo calo, resta tuttavia marginale dati i dati minimi. Egli sottolinea le preoccupazioni per le difficoltà economiche della Cina, compreso un calo del 7% delle importazioni di greggio in agosto rispetto all’anno precedente, così come la crescente prospettiva che la Fed taglierà i tassi solo dello 0,25% la prossima settimana. Questi elementi pesano maggiormente nell’attuale contesto di calo dei prezzi.
L’analista di Swissquote Ipek Ozkardeskaya sottolinea che anche fattori attenuanti come gli imminenti tagli dei tassi di interesse e la continua produzione da parte dell’OPEC+ non riescono ad arginare la tendenza al ribasso. Ciò indica che gli investitori nel mercato petrolifero sono riluttanti a combattere una corrente così potente, che alimenta ulteriormente la dinamica ribassista.
Negli Stati Uniti, le azioni sono scese venerdì dopo la pubblicazione di dati deludenti sull’occupazione, riaccendendo i timori che la Federal Reserve abbia aspettato troppo a lungo prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse, rischiando di far precipitare l’economia in recessione.
Se lunedì i mercati hanno rimbalzato, la ripresa si è esaurita martedì, con il Dow che ha registrato perdite in tarda mattinata, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno mantenuto i loro guadagni.
Gli investitori seguono anche la politica negli Stati Uniti, in particolare il dibattito previsto tra i candidati presidenziali statunitensi Kamala Harris e Donald Trump, un momento potenzialmente decisivo per le elezioni presidenziali del 2024.
Guardano anche ai dati sull’inflazione negli Stati Uniti previsti mercoledì. Secondo Russ Mould, direttore degli investimenti di AJ Bell, queste cifre potrebbero essere la prossima cartina di tornasole del sentiment degli investitori.
Con la Federal Reserve che dovrebbe tagliare significativamente i tassi di interesse statunitensi nella riunione della prossima settimana, il dibattito verte su un taglio di 25 o 50 punti base, con alcuni che sostengono che optare per l’opzione più significativa potrebbe indicare preoccupazioni tra i decisori.
Il calo dei prezzi del petrolio di martedì, tuttavia, potrebbe indicare che tali timori vengono compensati dalla preoccupazione che i politici siano dietro la curva.
In questo contesto, Saira Malik, chief investment officer di Nuveen, sottolinea che i mercati finanziari hanno spostato la loro attenzione dalla lotta all’inflazione al sostegno della crescita economica.
Anche le rinnovate preoccupazioni sull’economia cinese stanno offuscando il sentiment degli investitori, con dati commerciali contrastanti che non riescono ad alleviare le loro preoccupazioni.
Le esportazioni sono aumentate in agosto, ma le importazioni sono state inferiori alle aspettative poiché i leader del paese hanno faticato a rilanciare i consumi. Questi dati fanno seguito all’annuncio di un’inflazione inferiore alle attese a luglio, rafforzando l’idea che le misure volte a stimolare la domanda dei consumatori e l’attività imprenditoriale stentano a produrre effetti.
Di fronte a queste sfide, i leader cinesi sono sotto pressione per svelare nuove misure di stimolo per la seconda economia mondiale, anche se sembrano riluttanti a intraprendere spese massicce paragonabili a quelle viste durante la crisi finanziaria globale.
In Europa, le azioni hanno chiuso in ribasso con la BCE che dovrebbe tagliare i tassi nella riunione di giovedì. Inoltre, i dati ufficiali del Regno Unito hanno mostrato martedì che i salari sono cresciuti al ritmo più lento degli ultimi due anni, suggerendo che la Banca d’Inghilterra potrebbe decidere di non tagliare i tassi nella prossima riunione.
In un contesto di crescente volatilità sui mercati finanziari, caratterizzato da indicatori macroeconomici deludenti, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro, gli investitori restano attenti all’evoluzione della situazione.
Le prossime settimane promettono di essere cruciali per i mercati globali, poiché gli attori economici adattano le loro strategie di fronte alle sfide e alle incertezze attuali.