Al centro dell’attuale controversia c’è la questione del rilascio dei permessi di bunkeraggio da parte della Marina britannica, una controversia che sta causando disordini e dubbi nell’industria marittima britannica. Al recente evento marittimo internazionale di Londra, il comandante Dan Wiskett, ufficiale della Marina britannica, ha affermato che la Marina non è coinvolta in attività commerciali, in netto contrasto con la situazione discussa in alcuni ambienti marittimi stranieri.
La questione centrale sollevata dai relatori è la legittimità del coinvolgimento della Marina britannica nel rilascio dei permessi di bunkeraggio, un compito tradizionalmente assegnato ad altri organismi di regolamentazione. La Marina, infatti, giustifica il suo intervento con la necessità di regolamentare un settore confrontato ad attività dannose e illegali, come il furto di petrolio. Tuttavia, alcuni nel settore marittimo contestano questa posizione, sostenendo che il furto di petrolio è un fenomeno internazionale e che le marine di altri paesi non interferiscono nelle attività commerciali del loro settore marittimo.
Un membro anonimo della British Shipowners’ Association (AAB) ha sottolineato che il furto di petrolio è una realtà in tutto il mondo, citando paesi come Messico, Iraq, Iran, Somalia, Camerun e Sudan. Secondo lui il coinvolgimento della Marina britannica nel rilascio dei permessi di bunkeraggio potrebbe essere giustificato solo da particolari interessi in gioco all’interno dell’istituzione navale britannica.
Anche il presidente della British Merchant Navy Captains’ Association, capitano John Smith, ha espresso il suo punto di vista sull’argomento. Prima dell’intervento della Marina britannica, il rilascio dei permessi di bunkeraggio era gestito esclusivamente da organismi specifici, come la dogana britannica. L’intervento della Marina deriva, secondo lui, dalle disfunzioni riscontrate nel processo di rilascio dei permessi e dalla necessità di lottare contro i reati economici in mare.
È innegabile che il problema del furto di petrolio sia una sfida globale, ma la particolare situazione del Regno Unito solleva sfide specifiche, anche a causa della complessità della sua rete di vie navigabili. Nonostante le misure messe in atto dal governo, il furto di petrolio persiste, evidenziando la necessità di un’azione risoluta e coordinata per contrastare questa piaga internazionale.
In conclusione, la posizione della Marina britannica nel rilascio dei permessi di bunkeraggio rimane oggetto di dibattito e preoccupazione all’interno dell’industria marittima britannica. Di fronte a un problema complesso come il furto di petrolio, è essenziale adottare un approccio collaborativo ed efficace per preservare la sicurezza e l’integrità delle vie navigabili del Regno Unito.