Immagini delle proteste in Tunisia per le elezioni contestate
La scena tunisina risuona attualmente di grida di protesta e di manifestazioni tumultuose, mentre i tunisini scenderanno in piazza questo venerdì per denunciare il clamore che circonda le prossime elezioni nel paese. I candidati arrestati, interdetti al voto o interdetti a vita dalla politica alimentano un clima di malcontento e ingiustizia, suscitando preoccupazione nella comunità internazionale.
Al centro di questa agitazione c’è la Nuova Rete Tunisina per la Difesa dei Diritti e delle Libertà, un’organizzazione che denuncia con veemenza quella che definisce “l’ascesa dell’autoritarismo”. “La manifestazione di venerdì è una reazione alla violazione dei diritti e delle libertà a cui assistiamo oggi in Tunisia. L’altro motivo è vedere alcuni cittadini privati del diritto di candidarsi alle elezioni presidenziali”, sottolinea Mohieddine Lagha, segretario generale della Tunisia. Lega tunisina per i diritti umani.
Sullo sfondo, l’Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (ISIE) è coinvolta in controversie con i giudici su quali candidati potranno comparire alle urne nelle elezioni del 6 ottobre. La commissione è stata criticata accusandola di mancanza di indipendenza e di agire per conto del presidente Kais Saied, che ne nomina i membri.
Tra i protagonisti di questo braccio di ferro c’è l’ex ministro della Sanità Abdellatif Mekki, ex membro del movimento islamista Ennahda e ora candidato con il suo stesso partito, Travail et Création. Il signor Mekki è stato arrestato a luglio per motivi politici, secondo i suoi avvocati, e bandito a vita dalla vita politica. Nonostante una sentenza del tribunale che ordinava all’autorità elettorale di inserirlo nella scheda elettorale, l’ISIE ha fatto orecchie da mercante, aumentando il senso di frustrazione e di ingiustizia avvertito dai tunisini.
“Abbiamo chiesto un’ampia partecipazione della popolazione a questa manifestazione perché speriamo di esercitare pressioni attraverso una mobilitazione massiccia”, ha detto all’Associated Press Ahmed Neffati, responsabile della campagna di Mekki. “I tunisini non rinunceranno al diritto ad elezioni libere e democratiche”, aggiunge convinto.
Di fronte ad elezioni che si preannunciavano poco contestate, Saied ha scosso il panorama politico tunisino negli ultimi mesi, licenziando la maggior parte del suo gabinetto il mese scorso e innescando un’ondata di arresti e censure contro figure dell’opposizione percepite come politicamente motivate.
Si levano voci per denunciare questa deriva. L’International Crisis Group ha recentemente lanciato l’allarme sulla “situazione degradante” in Tunisia, mentre Human Rights Watch ha invitato la commissione elettorale a reintegrare i candidati esclusi. “Lo svolgimento delle elezioni in un simile clima di repressione viola il diritto dei tunisini a partecipare a elezioni libere ed eque”, sottolinea Bassam Khawaja, vicedirettore dell’organizzazione per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Attraverso le immagini sorprendenti di queste manifestazioni in Tunisia, il mondo testimonia la determinazione del popolo tunisino a lottare per i propri diritti, la propria libertà e la propria democrazia. La posta in gioco è alta e la voce della gente risuona con innegabile chiarezza nelle strade trafficate di questo paese nordafricano alla ricerca di giustizia, uguaglianza e trasparenza.