Tensioni diplomatiche tra Russia e Regno Unito: uno sguardo all’espulsione dei diplomatici britannici in Russia

La recente espulsione di sei diplomatici britannici, accusati di spionaggio in Russia, ha scatenato intense polemiche e ha fatto notizia su molti media questo venerdì 13 settembre. La decisione della Federazione Russa di revocare l’accreditamento a questi dipendenti della missione diplomatica britannica ha gettato una dura luce sulle persistenti tensioni tra i due Paesi.

Secondo l’FSB, il principale servizio di sicurezza russo, i documenti rivelano che queste sei persone erano state inviate in Russia da una divisione del Ministero degli Esteri del Regno Unito, la cui missione principale era quella di “danneggiare strategicamente” il Paese. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha detto che il personale dell’ambasciata britannica sta portando avanti “azioni sovversive volte a danneggiare il nostro popolo”.

L’opinione pubblica britannica ha reagito con indignazione, definendo la misura “totalmente infondata”, affermando che era collegata a un’azione simile intrapresa dal Regno Unito lo scorso maggio, quando furono revocati gli accreditamenti di un addetto all’ambasciata russa a Londra. A quel punto anche il Regno Unito aveva deciso di limitare le attività diplomatiche di Mosca nella sua capitale.

Il contesto geopolitico è particolarmente teso con la visita del primo ministro britannico Keir Starmer a Washington per colloqui che includeranno la richiesta dell’Ucraina di utilizzare armi fornite dall’Occidente per colpire obiettivi più profondi all’interno della Russia.

Il presidente russo Vladimir Putin ha messo in guardia contro tale mossa, affermando che l’uso di armi a lungo raggio da parte dell’Ucraina metterebbe la NATO in guerra con Mosca. Questi recenti eventi mettono in luce le complesse questioni alla base delle relazioni internazionali e mettono in luce una crescente rivalità tra le maggiori potenze mondiali.

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