Fatshimetrie ha dovuto affrontare recenti accuse di piani orchestrati dall’esercito nigeriano per screditare il movimento pro-Biafra, il popolo indigeno del Biafra (IPoB). In una dichiarazione rilasciata dalla segretaria alle comunicazioni Emma Powerful, l’IPoB ha confutato con veemenza le affermazioni dei militari, affermando che il presunto rapimento di uno dei loro soldati era un sotterfugio per offuscare l’immagine dell’organizzazione.
L’IPoB ha sottolineato che i soldati nigeriani, presumibilmente inviati a spiare il movimento del Biafra, non sono mai stati costretti a rilasciare dichiarazioni sotto costrizione. La dichiarazione metteva in guardia contro i tentativi da parte dell’esercito e della polizia di manipolare l’opinione pubblica, chiedendo invece consapevolezza alla comunità Igbo.
La posizione di IPoB è chiara: non ha mai imposto nulla a nessuno sotto minaccia o costrizione. Sebbene l’organizzazione abbia espresso il desiderio che i biafrani che lavorano per le forze di sicurezza nigeriane si dimettano, afferma che questa decisione deve essere presa volontariamente e deliberatamente, senza coercizione.
La Nazione Biafra, per la quale IPoB si batte, si fonda sul rispetto dei diritti e delle persone, visione che contrasta con quella dell’attuale Nigeria. L’organizzazione insiste sull’uso della ragione per guidare i suoi cittadini, respingendo ogni accusa di violenza o coercizione.
L’IPoB ha anche negato qualsiasi legame con il cosiddetto Esercito di Liberazione del Biafra, affermando che non ha un esercito e non ne avrà uno finché il Biafra non sarà ripristinato. Ha sottolineato che la sua azione è limitata alla Rete di sicurezza orientale, una forza di vigilanza che combatte contro i pastori Fulani che minacciano i terreni agricoli.
Gli appelli dell’esercito nigeriano alle organizzazioni internazionali affinché agiscano contro l’IPoB sono stati respinti come infondati, con l’IPoB che insiste sul fatto che l’IPoB è non violento e rispetta il diritto all’autodeterminazione. Di fronte a questi attacchi, l’IPoB ha avvertito che la sua politica di non violenza non deve essere interpretata come debolezza, ma come rispetto dei principi che regolano il diritto delle persone all’autodeterminazione.
In conclusione, le accuse dell’esercito nigeriano contro IPoB sembrano essere manovre manipolative intese a distogliere l’attenzione dai problemi reali. L’IPoB rimane fermo nella sua pacifica ricerca per l’autodeterminazione del Biafran, rifiutando qualsiasi tentativo di screditarlo da parte delle autorità nigeriane.