Sanguinoso conflitto tra le comunità Hema e Lendu nella RDC: appello ad un’azione urgente

È stato riferito nei giorni scorsi che la provincia dell’Ituri, situata nell’est della Repubblica Democratica del Congo, resta in preda ad una situazione di estrema tensione. All’inizio della settimana sono scoppiati scontri tra le comunità Hema e Lendu, che hanno causato la morte di almeno 11 persone nel territorio di Djugu. Questa violenza sembra far parte di un ciclo perpetuo di ritorsioni tra questi due gruppi etnici.

La regione di Djugu, nella RDC, sembra essere teatro di un conflitto che persiste dal 2017, contrapponendo le comunità Hema e Lendu. Questa spirale di violenza ha provocato numerose vittime e gettato la regione in uno stato di costante paura e instabilità.

Le autorità, aiutate dalla Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUSCO), hanno cercato di intervenire per prevenire ulteriori attacchi contro i siti degli sfollati. Le forze di pace sono state allertate di un imminente attacco al villaggio di Nglé, vicino a due campi per sfollati, e sono riuscite a respingere gli aggressori dopo scontri a fuoco. Tuttavia, il bilancio umano di questo attacco rimane tragico, con almeno sei morti segnalati.

Nonostante la firma di un accordo sul disarmo nell’aprile 2024, i gruppi armati locali non hanno ancora consegnato le armi, compromettendo così l’attuazione di un programma di disarmo, smobilitazione e stabilizzazione. Questa situazione dà ai gruppi armati carta bianca per sfruttare le risorse minerarie della regione per riarmarsi e perpetuare la violenza.

Michel Meta Wani, presidente dell’Unione delle Associazioni Culturali per lo Sviluppo dell’Ituri, ha sottolineato l’importanza di una presenza militare rafforzata per far avanzare il processo di disarmo e contenere la violenza. È fondamentale spezzare questo ciclo di violenza per consentire alle comunità locali di trovare la pace e ricostruire un futuro più sereno.

La situazione nell’Ituri rivela quindi l’urgente necessità di un’azione concertata ed efficace per porre fine a questa devastante violenza intercomunitaria e instaurare un clima di sicurezza e riconciliazione nella regione. Da questo dipende il destino di migliaia di persone e solo un approccio globale e coordinato può risolvere questi conflitti distruttivi.

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