Attualmente è in corso un’indagine internazionale per svelare il mistero che circonda le bombe cercapersone utilizzate nei recenti attacchi contro membri di Hezbollah in Libano. Mentre le autorità puntavano dapprima alle aziende taiwanesi, da tutte le parti sono arrivate smentite, creando un vero e proprio imbroglio.
Il gruppo Gold Apollo, il cui marchio è stato rinvenuto sui cercapersone incriminati, ha negato qualsiasi coinvolgimento nella loro fabbricazione, addossando la responsabilità al suo partner ungherese BAC. Questa azienda ungherese, però, si difende e sostiene di non avere alcun sito produttivo operativo in Ungheria, lasciando dubbi sulla reale provenienza degli ordigni esplosivi.
L’indagine si sta intensificando poiché sono state effettuate perquisizioni a Taiwan, coinvolgendo società tra cui Gold Apollo e Apollo Systems. Nonostante le rassicuranti dichiarazioni del ministro dell’Economia taiwanese sull’assenza di componenti esplosive nei cercapersone Gold Apollo esportati negli ultimi anni, persistono dubbi sulla loro origine e sul loro possibile collegamento con i tragici eventi accaduti in Libano.
D’altro canto, la società ungherese BAC Consulting, presa di mira in questa vicenda, presenta un profilo enigmatico. Di recente fondazione e con sede a Budapest, si propone come player internazionale della consulenza, senza tuttavia disporre di una struttura produttiva ben identificata. L’amministratore delegato, Cristiana Barsony-Arcidiacono, nega ogni coinvolgimento nella fabbricazione dei segnalatori acustici e si difende come intermediaria commerciale, gettando così un velo di mistero sulle sue reali attività.
Di fronte a questo gioco di deferimenti e smentite tra Taiwan e Ungheria, l’origine delle trappole rimane sconosciuta, alimentando speculazioni e sospetti in un contesto già teso in Libano e Medio Oriente. Il caso solleva anche interrogativi sui controlli sulle esportazioni e sulla catena di produzione delle apparecchiature elettroniche, rivelando potenziali difetti nella supervisione di queste tecnologie sensibili.
Mentre le vittime degli attacchi in Libano cercano risposte e le autorità internazionali lavorano per districare questa complessa rete, una cosa è certa: la verità sui cercapersone esplosivi utilizzati da Hezbollah non sarà facile da scoprire.