Fatshimetrie, una rinomata pubblicazione, ha recentemente indagato sullo stato della prevalenza dell’HIV nella provincia del KwaZulu-Natal in Sud Africa. I risultati dello studio hanno rivelato un calo nella prevalenza complessiva dell’HIV nella regione, ma hanno evidenziato lacune preoccupanti negli sforzi di trattamento e prevenzione, in particolare tra i giovani.
Secondo il sesto sondaggio nazionale sudafricano sulla prevalenza, sull’incidenza e sul comportamento dell’HIV per la provincia, il KwaZulu-Natal aveva il secondo tasso più alto di persone che vivono con l’HIV nel paese, con il 16,0% nel 2022, dietro Mpumalanga al 17,4%, anche se questo il dato è in calo rispetto al 18,0% registrato nel 2017.
Quasi due milioni di persone nella provincia sono sieropositive. Il professor Khangelani Zuma, ricercatore principale dello studio, ha osservato che la prevalenza dell’HIV rimane elevata tra gli individui di età compresa tra 25 e 49 anni, con un picco del 44,5% tra quelli di età compresa tra 45 e 49 anni.
Lo studio, condotto congiuntamente dallo Human Sciences Research Council e da vari istituti di fama internazionale tra il 2022 e il 2023, è stato presentato a Durban. I risultati serviranno come base per la pianificazione e l’attuazione delle politiche a livello provinciale.
Una delle novità di questo studio storico è la profondità dell’analisi dei dati, sottolinea Zuma, che permette così di comprendere meglio i diversi aspetti della situazione. Nonostante un miglioramento nel tasso complessivo di soppressione virale in Sud Africa e nella provincia di KwaZulu-Natal, i giovani, in particolare quelli di età compresa tra 15 e 24 anni, si ritrovano meno colpiti dalla soppressione virale.
Il professor Zuma ha chiesto maggiori sforzi per sensibilizzare e coinvolgere ulteriormente i giovani nella lotta contro l’HIV, sottolineando l’importanza dell’istruzione, dell’accesso alle cure e della lotta allo stigma.
Le regioni rurali rimangono le più colpite, con tassi di prevalenza che raggiungono il 20%. Sebbene la copertura del trattamento antiretrovirale (ART) sia migliorata nella regione, soprattutto in termini di adozione da parte degli adulti, adolescenti e giovani adulti rimangono indietro, con solo il 62,8% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni che ricevono il trattamento.
Inoltre, in questo gruppo la conoscenza del proprio stato di sieropositività rimane bassa. È essenziale rafforzare gli sforzi di sensibilizzazione, screening e trattamento, in particolare tra i giovani uomini.
Per quanto riguarda gli obiettivi dell’UNAIDS secondo cui il 95% delle persone che vivono con l’HIV devono conoscere il proprio stato, il 95% di coloro a cui è stata diagnosticata la terapia ART e il 95% delle persone in cura per ottenere la soppressione virale, il KwaZulu-Natal mostra risultati complessivamente positivi. Tuttavia, persistono divari, in particolare tra gli adolescenti e i giovani, dove solo il 73,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni conosce il proprio status..
Lo studio evidenzia anche tendenze preoccupanti nel comportamento sessuale, con un calo dell’uso del preservativo e un aumento della circoncisione maschile. Sebbene la circoncisione medica possa ridurre il rischio di trasmissione dell’HIV, sono ancora necessari sforzi mirati per migliorare la prevenzione e il trattamento.
In conclusione, l’indagine condotta da Fatshimetrie evidenzia la necessità di rafforzare le strategie di prevenzione e cura dell’HIV, in particolare tra i giovani e le popolazioni rurali. Interventi mirati, maggiore consapevolezza e collaborazione tra autorità sanitarie, comunità e organizzazioni internazionali sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di controllo e risposta all’HIV nella provincia di KwaZulu-Natal.