Le Bahamas in difficoltà: la richiesta urgente di aiuto di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico

Fatshimetrie è una rivista online che esplora le sfide che devono affrontare i paesi del Sud del mondo in termini di sviluppo sostenibile e clima. Recentemente, secondo il Primo Ministro, le Bahamas si sono trovate in una situazione finanziaria difficile, in gran parte dovuta agli impatti del cambiamento climatico, della burocrazia e dell’industria dei combustibili fossili. Deplora la mancanza di azioni concrete nonostante le promesse di aiuti.

Come molti paesi del Sud del mondo, le Bahamas si ritrovano indebitate a causa di disastri naturali legati al riscaldamento globale, di cui non sono le principali responsabili. L’uragano Dorian nel 2019 ha causato danni stimati in 3,4 miliardi di dollari, più del reddito annuo del paese. Questo disastro ha lasciato un debito di circa 10 miliardi di dollari.

Di fronte a questa situazione, i leader delle Bahamas chiedono maggiore assistenza finanziaria da parte dei paesi del nord e delle compagnie petrolifere, come espresso dal primo ministro Philip Davis. La finanza climatica, che si avvicina ai 2,4 trilioni di dollari necessari annualmente alle nazioni in via di sviluppo per affrontare il cambiamento climatico e la transizione verso un’economia più verde, è una questione importante discussa questa settimana alle Nazioni Unite e a novembre ai negoziati internazionali sul clima in Azerbaigian.

Tuttavia, quando hanno tentato di ottenere assistenza finanziaria da fondi già stabiliti, le Bahamas sono state rifiutate con il pretesto della loro relativa ricchezza. Una situazione denunciata da altri piccoli Stati insulari.

Gli studi indicano che il cambiamento climatico generalmente rende le tempeste più potenti più forti e più umide. Secondo il Global Carbon Project, le Bahamas emettono in quattro ore meno anidride carbonica degli Stati Uniti.

Uno dei principali punti critici nei negoziati internazionali sui finanziamenti per il clima è la questione di chi dovrebbe pagare. Le nazioni ricche ritengono che i bisogni siano troppo grandi perché i soli aiuti pubblici siano sufficienti e stanno sostenendo il coinvolgimento del settore privato, comprese le banche.

I leader dell’isola, compreso Davis, ammettono che i governi ricchi da soli non dispongono di fondi sufficienti e riconoscono la necessità di un coinvolgimento del settore privato. Tuttavia, sottolineano che è imperativo istituire un sistema “chi inquina paga” che si rivolga specificamente alle aziende responsabili del cambiamento climatico, come l’industria dei combustibili fossili.

Le Bahamas, come altre nazioni insulari, stanno vedendo la loro terra restringersi e affondare a causa dell’innalzamento del mare. Con 700 isole la cui altitudine non supera i tre metri, si trovano ad affrontare l’imminente scomparsa del loro territorio.

In questa lotta contro gli effetti devastanti del cambiamento climatico, le Bahamas e altri piccoli stati insulari chiedono solidarietà globale e responsabilità da parte delle aziende inquinanti per garantire un futuro sostenibile alle loro popolazioni e ai loro fragili territori.

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