La recente controversia sul restauro delle statue dei leoni sul ponte Qasr al-Nil ha suscitato forti reazioni sui social media, evidenziando le questioni relative alla conservazione del patrimonio culturale in Egitto. Il controverso intervento su questi simboli storici ha sollevato interrogativi sulle pratiche di manutenzione e restauro delle antichità nel Paese.
Gamal Mostafa, responsabile del settore delle antichità islamiche e copte presso il Consiglio supremo delle antichità, ha cercato di calmare gli animi spiegando che i lavori intrapresi sulle statue erano legati a un’operazione di manutenzione, e non a un restauro completo. Ha sottolineato che i responsabili di questo lavoro sono specialisti qualificati e che le statue sono di proprietà del governatorato del Cairo.
Tuttavia, nonostante queste rassicurazioni, le critiche non tardarono a sollevarsi. L’Unione delle Belle Arti ha denunciato il metodo utilizzato per il restauro, definendo l’uso dei rulli un grave errore e una violazione delle regole scientifiche e tecniche dei lavori di manutenzione. Secondo lui, questo approccio rischia di danneggiare il valore artistico delle statue, mettendo a repentaglio la loro integrità storica.
Magdy Shaker, capo archeologo del Ministero del Turismo e delle Antichità, ha sottolineato l’importanza di affidare il restauro delle antichità a esperti specializzati. Ha sottolineato la mancanza di coordinamento tra le diverse parti coinvolte in questo lavoro, sottolineando la necessità di ricorrere a professionisti qualificati per preservare il patrimonio culturale del Paese.
L’incidente della statua del leone sul ponte Qasr al-Nil evidenzia le sfide che l’Egitto deve affrontare nel preservare il suo ricco patrimonio storico. Sottolinea inoltre l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di proteggere questi tesori culturali per le generazioni future. Si spera che questa controversia serva da catalizzatore per pratiche di conservazione più rigorose e rispettose della storia e della cultura egiziana.