La crisi etnica nell’est della RDC: il conflitto tra il governo e il gruppo ribelle M23

Il governo congolese accusa il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, di portare avanti una campagna di “pulizia etnica” nell
Il governo congolese ha recentemente accusato il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, di condurre una campagna di “pulizia etnica” nell’est del paese. Il ministro dell’Interno, Jacquemain Shabani, ha denunciato il “massiccio arrivo di popolazioni straniere” nei territori di Rutshuru e Masisi, nella provincia del Nord Kivu, dove gli abitanti locali sarebbero stati “espulsi con la violenza”. Secondo lui, tali azioni costituiscono una forma di pulizia etnica.

Le tensioni nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo rimangono elevate, con oltre 100 gruppi armati in lotta per il controllo delle regioni ricche di minerali vicino al confine ruandese. Al centro di questo conflitto è il gruppo ribelle M23, composto principalmente da tutsi che hanno abbandonato l’esercito congolese circa dieci anni fa. Nel 2012, i combattenti dell’M23 presero il controllo di Goma, la più grande città del Congo orientale, situata al confine con il Ruanda.

Il governo congolese afferma che il Ruanda è coinvolto in crimini di guerra nell’est del paese. Esperti americani e delle Nazioni Unite accusano il Ruanda di sostenere militarmente l’M23. Sebbene il Ruanda neghi le accuse, ha recentemente ammesso di avere truppe e sistemi missilistici nel Congo orientale per garantire la propria sicurezza, in risposta all’accumulo di forze congolesi vicino al confine. Gli esperti delle Nazioni Unite stimano che nella RDC siano presenti fino a 4.000 soldati ruandesi.

Nonostante il cessate il fuoco concluso a luglio sotto l’egida degli Stati Uniti e dell’Angola, continuano gli scontri tra le forze ruandesi e congolesi. Persistono anche gli scontri tra l’M23 e altre milizie, mettendo in pericolo la vita di milioni di sfollati e creando una delle più grandi crisi umanitarie del mondo, con oltre 7 milioni di sfollati, molti dei quali sono fuori portata.

Ad agosto, gli scontri tra ribelli e milizie filogovernative costarono la vita a 16 abitanti del villaggio, violando il cessate il fuoco. La situazione resta precaria nella parte orientale della RDC e una soluzione duratura al conflitto sembra ancora lontana.

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