**La crisi umanitaria a Gaza: l’impatto devastante della carestia sui palestinesi**
La terribile situazione a Gaza ha spinto molte famiglie palestinesi sull’orlo della fame, esacerbando ulteriormente le loro sofferenze. La mancanza di cibo e l’impennata dei prezzi rendono la situazione insopportabile per molti residenti dell’enclave.
In un campo improvvisato nel centro di Gaza, Yasmin Eid, sfollata cinque volte a causa delle offensive israeliane, fatica a preparare un magro pasto per la sua famiglia su un fuoco all’aperto. Originaria di Jabaliya, ora condivide una tenda improvvisata con il marito e le quattro figlie. La precarietà della loro situazione si riflette nell’unico pasto che condividono ogni giorno, seduti per terra.
Gli scaffali dei mercati di Gaza sono disperatamente vuoti, carne e pollo sono scomparsi dalle bancarelle da mesi, mentre i panifici sono stati costretti a chiudere per cinque giorni questa settimana a causa della mancanza di farina. Il prezzo di un sacchetto di pane è salito a oltre 13 dollari, lasciando molti residenti nell’impossibilità di permettersi anche un pasto decente.
Hani Eid, che si “vergogna” della situazione della sua famiglia, fatica a esprimere a parole la sofferenza che sopportano. Come manager di 25 persone, è sconvolto dalla sua incapacità di fornire loro anche un sacco di farina.
L’accesso agli aiuti alimentari è stato ulteriormente complicato dal dirottamento di quasi 100 camion di aiuti da parte di un convoglio di uomini nel sud di Gaza lo scorso fine settimana. Gli esperti avvertono del rischio di carestia imminente nel nord dell’enclave.
L’attribuzione di importanza al problema della carestia a Gaza si è intensificata con i mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. I giudici hanno concluso che c’erano ragionevoli motivi per ritenere che fossero responsabili di atti criminali, tra cui omicidi, persecuzioni e uso della fame come arma di guerra a Gaza, accuse che Israele respinge.
Israele afferma che non sta limitando l’ingresso degli aiuti a Gaza e incolpa le agenzie delle Nazioni Unite per non aver raccolto gli aiuti, indicando centinaia di camion parcheggiati sul lato di Gaza del confine. Tuttavia, i dati militari israeliani mostrano un drastico calo nel numero di camion che entrano a Gaza in ottobre, dagli oltre 4.200 del mese precedente a circa 1.800. Al ritmo attuale, solo 2.400 camion entrerebbero a Gaza a novembre, rispetto ai 500 camion giornalieri di prima. la guerra.
La crisi umanitaria che colpisce Gaza è una tragedia che non può essere ignorata. È fondamentale che la comunità internazionale agisca con urgenza per porre fine alle sofferenze dei palestinesi e per fornire gli aiuti alimentari tanto necessari a coloro che ne hanno disperatamente bisogno..
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