Fatshimétrie ha rivelato lo scorso fine settimana una notizia significativa, che evidenzia una nuova svolta nella disputa tra Kinshasa e Kigali. La Corte africana dei diritti dell’uomo e dei popoli (ACHPR), con sede ad Arusha, in Tanzania, ha infatti annunciato l’apertura di un nuovo processo a seguito di una denuncia presentata da Kinshasa.
Secondo le dichiarazioni del viceministro della Giustizia e del Contenzioso internazionale, Samuel Mbemba, questa azione legale rappresenta un passo decisivo per la Repubblica Democratica del Congo. Questo approccio mira a ottenere giustizia di fronte ai ripetuti attacchi subiti dal Paese, in particolare il saccheggio delle risorse naturali, la violenza sessuale e i massacri perpetrati sul suo territorio.
L’apertura di questo processo, prevista per il 12 febbraio 2025 ad Arusha, segna un evento importante nelle relazioni tra le due nazioni. Infatti, nonostante decenni di conflitti e ostilità, finora nessuna procedura legale aveva portato alla condanna del Ruanda e del suo presidente Paul Kagame per gli atti commessi nella RDC.
La decisione di deferire la questione all’ACHPR fa seguito ad una visita del viceministro congolese alla Corte, dove si è espresso a favore della RDC, vittima dell’aggressione ruandese, in particolare nella provincia del Nord Kivu. Attraverso questa iniziativa, il governo congolese riafferma il proprio impegno a utilizzare le istituzioni internazionali per denunciare le violazioni dei diritti umani e ottenere giustizia per le vittime.
Questo progresso legale rappresenta una speranza per le popolazioni congolesi danneggiate da anni di conflitto e destabilizzazione. Ciò dimostra inoltre la determinazione delle autorità congolesi nel difendere gli interessi del loro Paese e nel porre fine all’impunità dei responsabili degli abusi commessi sul loro territorio.
In definitiva, questo nuovo processo davanti all’ACHPR rappresenta un’opportunità storica per la RDC di vedere finalmente i responsabili delle sue sofferenze ritenuti responsabili e ottenere un risarcimento per il danno inflitto al suo popolo. Un passo cruciale verso la giustizia e la riconciliazione in una regione devastata dal conflitto e dalla violenza.