Nel mondo della settima arte, ogni nuova produzione cinematografica suscita spesso reazioni contrastanti, appassionate e talvolta controverse. Recentemente, l’attrice egiziana Lina Sofia ha scatenato un acceso dibattito dopo aver reagito alla sua partecipazione al prossimo film Netflix intitolato “Mary”, che racconta la vita della Vergine Maria, madre di Gesù.
Il motivo principale della controversia è stata la scelta dell’attrice israeliana Noa Cohen per il ruolo della Vergine Maria, una scelta pesantemente criticata da molti telespettatori che ritenevano che si sarebbe dovuto preferire un attore palestinese per interpretare il ruolo iconico.
In una dichiarazione a “Fatshimetrie”, Lina Sofia ha dichiarato: “Il film è prodotto e diretto da inglesi, e l’attore protagonista è britannico. Era un’occasione importante che non potevo rifiutare, e inizialmente non lo sapevo. Che l’attrice fosse israeliana mi ha sorpreso, ma ho continuato perché ero orgoglioso della partecipazione dell’Egitto a questo progetto e non mi interessa la nazionalità di nessuno.
Il film “Mary” è stato fortemente criticato da molti internauti, soprattutto palestinesi e cristiani. Alcuni hanno messo in dubbio la rilevanza della scelta degli attori date le tensioni in corso nella regione. Altri hanno affermato che il film conteneva informazioni storiche e religiose imprecise.
Tuttavia, l’attrice egiziana ha sostenuto: “Il film non distorce i fatti storici e non offende la Vergine Maria. Gli israeliani sono presenti quasi ovunque, e dobbiamo imporci in opere di portata globale del tipo “Ho visto gli attacchi al film” Mary’ ed ero un po’ preoccupato che ciò potesse danneggiarne la ricezione, ma alla fine è un film che presenta fatti veri.”
Questo caso solleva domande essenziali sulla rappresentazione dei diversi popoli e religioni nell’industria cinematografica globale, illustrando al contempo la complessità delle questioni politiche e culturali che circondano la realizzazione di film storici e religiosi. Al di là delle polemiche, invita a una riflessione più profonda sulla diversità e l’inclusione nel mondo del cinema, nonché sul potere delle opere artistiche di trascendere i confini e stimolare il dialogo interculturale.