Il mondo economico trattiene il fiato mentre il leader cinese Xi Jinping lancia un chiaro avvertimento agli Stati Uniti, mettendoli in guardia contro una ripresa della guerra commerciale. In un incontro con i capi di diverse istituzioni finanziarie globali, tra cui la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, Xi ha affermato che una tale spirale di tensioni porterebbe a una situazione di stallo in cui non ci sarebbero vincitori.
L’avvertimento arriva poco dopo che le autorità di regolamentazione cinesi hanno annunciato un’indagine antitrust contro il produttore di chip statunitense Nvidia. Questa iniziativa è ampiamente interpretata come una significativa escalation nella battaglia per la supremazia nell’intelligenza artificiale, un’area strategica cruciale per la sicurezza nazionale sia a Washington che a Pechino, anche prima di un potenziale ritorno di Donald Trump alla Camera White.
“Le guerre tariffarie, commerciali e tecnologiche vanno contro lo sviluppo storico e le leggi economiche e porteranno solo dolore e danni a tutte le parti coinvolte”, ha detto Xi, secondo la televisione di stato CCTV. Ha sottolineato che il ritiro in se stessi, simboleggiato dalla costruzione di “piccoli cortili con alte mura” e dal “scioglimento e rottura delle catene”, danneggerebbe solo gli altri senza beneficio per se stessi. Ha riaffermato la convinzione della Cina nella prosperità condivisa, sottolineando che il benessere della Cina contribuisce al benessere globale e viceversa.
Da parte sua, il consigliere americano per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha usato l’espressione “piccolo giardino e alta recinzione” per descrivere una strategia che consente alla maggior parte degli scambi con la Cina di proseguire normalmente imponendo restrizioni su alcuni beni, in particolare prodotti ad alta tecnologia come i semiconduttori ritenuto avere applicazioni militari.
La nuova amministrazione Biden ha recentemente annunciato restrizioni all’export, limitando l’accesso di Pechino a circa 20 tipi di apparecchiature per la produzione di semiconduttori e chip di memoria avanzati, oltre a controlli su più di 100 aziende cinesi.
Con una guerra commerciale apparentemente imminente, la Cina vede le sue esportazioni rallentare anche se rimangono un motore chiave della sua crescita economica. I dati ufficiali mostrano che le esportazioni sono rimaste stagnanti a novembre, crescendo solo del 6,7%, ben al di sotto delle previsioni degli economisti e dell’aumento del 12,7% di ottobre.
La necessità di prepararsi agli “shock esterni” è stata sottolineata durante la riunione del Politburo del Partito comunista cinese, che ha annunciato l’adozione di una politica monetaria “moderatamente accomodante” per il prossimo anno, sottolineando un raro allentamento in termini di politica monetaria dopo un decennio.
In questa nuova era di incertezza economica, le relazioni commerciali internazionali dovranno reinventarsi per rispondere alle sfide attuali e mantenere un equilibrio di prosperità condivisa.